Il caso Cloe e la scuola dell’abbraccio e dell’inclusione

Gilda Venezia

 di Fabrizio Reberschegg, dalla Gilda degli insegnanti di Venezia, 19.6.2022.

Questa è la scuola dell’inclusione ipocrita, una comunità educante che non educa e che continua ad inseguire il mito della centralità della soddisfazione del cliente cui tutto l’apparato deve conformarsi.

Gilda Venezia

C’è voluto il gesto estremo della collega Cloe perché stampa, ministeri e maître à penser si accorgessero del dramma da lei vissuto in perfetta solitudine. Si promettono ora inchieste e indagini sul percorso che ha portato Cloe ad una tragica morte.

Cloe è stata una collega che lavorava a San Donà di Piave che ha deciso di dichiarare e far apparire la sua differenza sessuale nella scuola in cui lavorava. Il solito intervento del genitore scandalizzato dal fatto che si era presentata al lavoro in abiti femminili, pur essendo per la burocrazia e per l’anagrafe ancora maschio, ha portato nella provincia veneta e nella mentalità di tanti allo scandalo. Cloe è stata demansionata ed allontanata dalle classi perché rappresentava un’anomalia inaccettabile per i benpensanti. Per anni ha svolto un lavoro di segreteria inseguita da uno stigma che l’ha resa sempre più sola e fragile fino alla decisione finale.

Il Ministro Bianchi, che tanto straparla di scuola degli affetti e dell’inclusione, dovrebbe prendere atto che le fragilità e i problemi soggettivi non sono solo in capo ai discenti, ma anche i lavoratori; e, soprattutto, che anche i docenti dovrebbero essere protetti, aiutati e  tutelati senza alcuna discriminazione. Il burnout dei docenti è un fatto accertato, le situazioni LGBT del personale della scuola sono messe prima in ridicolo e poi indirettamente e subdolamente sanzionate come è successo a Cloe.
Questa è la scuola dell’inclusione ipocrita, una comunità educante che non educa e che continua ad inseguire il mito della centralità della soddisfazione del cliente cui tutto l’apparato deve conformarsi.
I docenti devono essere amorevoli, preparati, forti, accoglienti, amici, padri, madri e psicologi.
Se promuovono sempre è maglio.
Chi non si conforma all’immaginario costruito dall’ideologia dominante rischia l’ostracismo e di essere addirittura sanzionato per non aver riflesso l’immagine del”bravo docente”. C’è ancora molta strada da fare per tutelare e valorizzare una professione calpestata e chiamata a supplire le tante incapacità educative delle famiglie e della società.

La Gilda degli Insegnanti di Venezia esprime tutto il rammarico e la rabbia per quello che è avvenuto alla collega. Forse se ci avesse contattato avremmo potuto fare qualcosa per difenderla. Queste cose non devono più accadere nella nostra Provincia e in tutta Italia.

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Il caso Cloe e la scuola dell’abbraccio e dell’inclusione ultima modifica: 2022-06-19T21:29:56+02:00 da

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