di Alex Corlazzoli, Il Fatto Quotidiano, 11.1.2022.
Basta strofinare un po’ sulla lampada magica del ministro dell’Istruzione e del Merito e un tutor magicamente esce. In queste ore il professore di diritto romano, che ha scambiato per un lapsus l’umiltà con l’umiliazione (cosa che non sarebbe accaduta se in viale Trastevere al posto di un accademico ci fosse, ad esempio, il pedagogista Daniele Novara – cito uno per tanti), ha tirato fuori dal cilindro la figura del tutor per ogni classe per i ragazzi in difficoltà.
In queste settimana il ministro ha già creato un tutor per l’orientamento, uno per l’alternanza scuola lavoro e ora arriva anche questo. Nelle prossime settimane, probabilmente, arriverà anche un tutor per l’intervallo; uno per le gite; uno per i collaboratori scolastici. Non potrà certo mancare un tutor per quando si esce nel giardino della scuola o un tutor per i rapporti con i genitori. E poi un tutor per le mense scolastiche ci dev’essere così come Giuseppe Valditara non può non aver già pensato a un tutor per i ragazzi che abitano a più di otto chilometri dalla scuola o per quelli che arrivano in ritardo più di tre minuti per cinque volte consecutive.
Ora il problema evidentemente è un altro: non si vuole realmente affrontare la questione dei ragazzi in difficoltà nel nostro Paese e si fa propaganda. E’ da sempre così: la politica distrae l’opinione pubblica alimentando discussioni infinite sul nulla. Vedi ad esempio la questione cellulare, per la quale vi era persino già la circolare di un ex ministro. Ammettiamo, comunque, sia vero l’annuncio del ministro. Come ha ricordato la Gilda Scuola, in Italia ci sono 370 mila classi: ciò significa avere 370 mila tutor perché in ogni classe c’è almeno un ragazzo in difficoltà. A meno che nella testa del ministro non vi sia già una sorta di “grado di difficoltà” che fa in modo che queste figure siano davvero poche.