dal blog di Gianfranco Scialpi, 30.11.2023.
Italia insicura. Il tema riguarda diversi settori come le ferrovie e la scuola.
Per quest’ultima la criticità è ribadita ogni anno dal Rapporto di Cittadinanzattiva.
Italia insicura. Una pessima notizia dalle rotaie
Italia insicura. Il problema riguarda diversi settori: l’edilizia, le scuole, le rotaie… E’ di due giorni fa la notizia della morte di un capotreno e di un camionista. Il quotidiano Il Manifesto dedica alla triste vicenda una pagina interna. L’articolo è stato anticipato da un ampio spazio in prima pagina titolato “Passaggi mortali“. Va riconosciuto al quotidiano la decisione e di mantenere viva l’attenzione su un tema importante, come la sicurezza. Oggi nessun quotidiano apriva la prima pagina sulla vicenda.
Comunque, la tragedia poteva essere evitata. Erano sufficienti 49.000€. per dotare i binari di un sistema di sicurezza! Ora, si legge su Il Manifesto ” Non sapendo quanti passaggi
a livello hanno il sistema la cifra complessiva per dotarne tutti i 4 mila passaggi a livello rimasti varia di 197 a 600 milioni. Cifre che fanno impallidire i 12 miliardi che serviranno per il ponte sullo stretto di Messina“. Quindi le risorse ci sono, ma dipendono dalle priorità che si dà il governo di turno.
Anche la scuola si presenta insicura
Come ho scritto qualche giorno fa, anche gli edifici scolastici confermano le loro criticità. A comunicarlo è il rapporto annuale di Cittadinanzattiva. ” In sintesi questo è il bollettino di guerra: 47 crolli sono stati registrati dall’inizio del nuovo anno scolastico; un docente su tre denuncia infiltrazioni, uno su quattro segnala crepe; il 21,4 delle scuole sono situate in zone a rischio idrogeologico e idraulico; il 47% degli edifici sono stati costruiti prima del 1976 e quindi soggetti a rischi sismici. Conclusione ogni giorno gli insegnanti entrano in edifici caratterizzati dal detto <<speriamo che me la cavo>>“
Concludendo siamo il Paese che passa da un’emergenza all’altra, confermando l’incapacità di abbracciare la prospettiva con un serio piano di prevenzione più economico, rispetto alle tante risorse impiegate finora per “chiudere le falle”