Siamo sicuri che il 7 gennaio con la didattica in presenza sarà ancora scuola?

Gilda Venezia

dalla Gilda degli Insegnanti della Provincia di Venezia, 25.12.2020.

La scuola superiore riapre il 7 gennaio con il 50% di didattica in presenza.

Ma siamo sicuri che sarà ancora scuola?

L’Italia è uno dei pochissimi Paesi occidentali (e non solo) che ha scelto di sacrificare la frequenza scolastica nella fase della pandemia per favorire altri interessi e per nascondere l’inadeguatezza di una visione strategica del sistema dei trasporti e dei servizi urbani e territoriali.

Gilda Venezia

Il recente accordo tra Governo e Regioni sulla questione della riapertura delle scuole dopo le vacanze di

Natale dimostra ancora una volta che la scuola deve pagare l’insipienza di quarant’anni di politica dei trasporti con Regioni e Governi responsabili di un disastro annunciato. Dagli anni ottanta del secolo scorso in poi i trasporti pubblici sono stati ridotti ad una variabile di mercato mediante le progressive privatizzazioni e la trasformazione della Aziende Pubbliche in Società per Azioni. Una SPA per statuto deve tendere al profitto e questo ha determinato una compressione dei costi e dei servizi alla ricerca di segmenti di mercato più convenienti in termini di bilanci. Nel campo delle ferrovie si pensi alle scelte relative all’alta velocità che sono state accompagnate da una dismissione o rideterminazione delle linee utilizzate dai pendolari e dagli studenti con l’effetto di offrire treni locali rarefatti e stracolmi di passeggeri nelle ore di punta. Si pensi al caos nei servizi di bus metropolitani nelle grandi città, alla dismissione delle linee di bus che collegavano piccoli paesi e borghi alle aree delle città. Un peggioramento dei servizi che doveva essere compensato dall’utilizzo dei mezzi privati o in concessione a privati favoriti da una rete stradale più efficiente, cosa che di fatto non è avvenuta.

E’ troppo comodo che ora i “governatori” e i sindaci scarichino gli errori e le omissioni di decenni di politica regionale e comunale sul governo attuale. Dov’erano prima del Covid? Come spendevano i soldi? Hanno realmente chiesto finanziamenti all’interno di un progetto di mobilità dei trasporti collettivi moderno e adeguato alle esigenze della cittadinanza? Basta rileggere i loro programmi elettorali per capire la pochezza delle loro competenze in merito.

Chi paga tutto questo è la scuola. Ricordiamo che l’Italia è uno dei pochissimi Paesi occidentali (e non solo) che ha scelto di sacrificare la frequenza scolastica nella fase della pandemia per favorire altri interessi e per nascondere l’inadeguatezza di una visione strategica del sistema dei trasporti e dei servizi urbani e territoriali.

Per fingere la riapertura delle scuole senza toccare radicalmente il sistema trasportistico esistente si propongono aperture differenziate con entrata degli allievi anche dopo le 10 del mattino. Ma questi signori si rendono conto che un Istituto Tecnico o Professionale conta almeno 36 ore settimanali di lezione? Una entrata troppo posticipata comporta il prolungamento delle lezioni al pomeriggio o con doppi turni in mancanza di mense scolastiche e di servizi di accoglienza nelle ore non dedicate alle lezioni per gli studenti.

Forse alcuni immaginano che le ore non fatte in presenza si debbano recuperare con Didattica Digitale Integrata senza pensare che un insegnante lavorerebbe in pratica tutto il giorno in parte in presenza e poi con lezioni a distanza senza prendere in considerazione che uno studente deve avere anche il tempo per studiare e non solo il diritto ad una generica “accudienza” in cui i contenuto delle discipline scadono a semplici informazioni. Dimentichiamo: ci sono anche i geni che propongono il “recupero” nel mesi di giugno e luglio…

Aspettiamo nel futuro la immancabile riforma dell’esame di maturità in cui si discuteranno finti PCTO (ex percorsi di alternanza scuola-lavoro) e la solita raccomandazione a non bocciare o selezionare per evitare l’ansia delle prestazioni agli studenti dell’era del COVID. Sarà il secondo anno di scuola perso per la secondaria di secondo grado con immancabili effetti sul livello complessivo di preparazione nei i percorsi universitari. Un vero disastro.

Gilda degli Insegnanti della Provincia di Venezia

 

 

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Siamo sicuri che il 7 gennaio con la didattica in presenza sarà ancora scuola? ultima modifica: 2020-12-25T09:23:20+01:00 da
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