Legge di Bilancio, cambiano le pensioni

Gilda Venezia

dalla Gilda degli insegnanti di Venezia, 2.12.2022.

 La Legge di Bilancio 2023 è arrivata in Parlamento con una serie di misure riguardanti la pensione. Molte le critiche nei confronti del governo Meloni.

Gilda Venezia

La bozza della Legge di Bilancio 2023 è arrivata in Parlamento ed attende la sua conferma definitiva; per quanto riguarda la pensione anticipata il Governo ha incluso le seguenti misure: Quota 103, Opzione donna con alcune limitazioni e la proroga dell’Ape sociale. Per i  sindacati sono violate le promesse elettorali.

Legge di Bilancio 2023: le misure per la pensione

All’interno della nuova Legge di Bilancio in attesa dell’approvazione finale da parte del Parlamento sono state incluse tre misure di anticipo pensionistico:

  • Quota 103: prevede l’uscita dal mondo del lavoro con 62 anni di età e 41 di contributi versati. Si tratta dello scalino successivo a Quota 102 e dovrebbe condurre verso una Quota 41 secca.
    Partiti dalla promessa di una Quota 41 – così da consentire a tutti di andare in pensione, indipendentemente dall’età, una volta maturati 41 anni di contributi – si è alla fine arrivati a una forma di pensionamento che consente sì di andare in pensione con 41 anni di contributi, ma solo al compimento dei 62 anni di età.
    Tant’è che chi sperava nell’estensione (oggi possono accedervi solamente alcuni precoci) di Quota 41 è rimasto molto deluso dalla nuova misura, palesando il proprio scontento soprattutto sui social network.
    Di fatto, Quota 103 si rivolge a un numero limitato di lavoratori: 50.000 secondo le stime dell’Inps, ma i paletti introdotti – come il divieto di riprendere a lavorare prima dei 67 anni – potrebbero ridurre ulteriormente la platea di coloro che vi ricorreranno.
    Senza contare poi che chi vi accederà sono persone per le quali l’accesso alla pensione non è molto lontano. Già oggi, infatti, esiste la possibilità di smettere di lavorare, indipendentemente dall’età anagrafica, con 42 anni e 10 mesi di contributi, 41 anni e 10 mesi nel caso delle donne.
    Inoltre, come si legge nel comunicato stampa del Governo del 21 novembre 2022, è previsto un bonus per chi decide di restare a lavoro anche se in possesso dei requisiti per l’uscita anticipata.
    Si tratta di un esonero contributivo di circa il 10 per cento, che consentirebbe un aumento dello stipendio della stessa misura.
  • Opzione donna: prorogata per un anno la misura di anticipo pensionistico riservata alle lavoratrici, ma con alcune modifiche rispetto al passato. A partire dal 2023, le donne potranno lasciare il lavoro con 35 anni di contributi e 60 anni di età. Con un figlio il requisito anagrafico scende a 59 anni, con due a 58. Tuttavia, la misura sarà rivolta esclusivamente alle caregiver, a coloro che hanno un handicap pari almeno al 74% e a coloro che sono state licenziate o lavorano per un’azienda in crisi.
    Fino a oggi Opzione donna ha consentito alle lavoratrici di andare in pensione all’età di 58 anni, 59 anni nel caso delle autonome, a fronte di 35 anni di contributi. Il tutto accettando che l’assegno di pensione venga ricalcolato interamente con il sistema contributivo, il che ne comporta inevitabilmente una penalizzazione.
    A Opzione donna nel 2022 hanno potuto accedere solamente le lavoratrici che ne hanno raggiunto i requisiti entro il 31 dicembre 2021. Ragion per cui si sperava in una proroga, tra l’altro già assicurata dall’ex ministro del Lavoro Andrea Orlando, che consentisse anche alle nate nel 1964 di poter accedere a tale misura.
    La proroga di Opzione donna è arrivata, ma la platea ne viene notevolmente ridotta tant’è che per la maggior parte delle nate nel 1964 accedervi sarà un miraggio.
  • Ape sociale: rinnovata fino al 31 dicembre del prossimo anno anche la misura destinata soltanto a determinate categorie che permette di lasciare il lavoro a 63 anni con 36 o 30 anni di contributi versati.
    Il trattamento di anticipo pensionistico, o appunto Ape Sociale, permette a specifiche categorie di lavoratori indicate nell’allegato 3 della Legge di Bilancio 2022 di andare in pensione senza dover aspettare la maturazione dei requisiti per la pensione anticipata o di vecchiaia. L’indennità, infatti, è riconosciuta ed erogata finché il lavoratore accede a tali trattamenti. Traquesti ricordiamo i «Professori di scuola primaria, pre–primaria e professioni assimilate».
    L’indennità viene erogata ogni mese per 12 mensilità all’anno, fino all’età prevista per la pensione di vecchiaia oppure fino alla maturazione dei requisiti per un trattamento pensionistico diretto anticipato.L’importo è pari alla rata mensile di pensione calcolata al momento dell’accesso alla prestazione se inferiore a 1.500 euro, oppure pari a 1.500 euro se la pensione ha un importo superiore. Questo non viene rivalutato né integrato al trattamento minimo.

    Chi è in possesso dei requisiti necessari potrà presentare la domandaentro le stesse finestre temporali del 2022:

    • dal 1°gennaio al 31 marzo;
    • dal 1° aprile al 15 luglio;
    • dal 16 luglio al 30 novembre.

La bozza della Legge di Bilancio 2023

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Legge di Bilancio, cambiano le pensioni ultima modifica: 2022-12-02T06:31:43+01:00 da
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