di Claudia Pepe e Annachiara Piffari, Lettera 43, 13.6.2016
– Un insegnante è una figura professionale che appartiene all’ambito dei lavoratori della conoscenza che opera principalmente nell’ambito delle istituzioni dell’educazione formale come risorsa umana appartenente ad uno specifico progetto educativo.
Questa è la definizione che ci offre Wikipedia e che più la leggiamo più ci fa innervosire.
In questo momento in cui sta finendo un anno scolastico sempre sull’orlo di una crisi di nervi, non possiamo che stilare un bilancio non delle competenze come da nove mesi ci sta assillando e tormentando l’INDIRE facendoci dire, ridire, riflettere e farci ri-riflettere sulle stesse cose, facendoci inserire immagini, power-point che non si caricano, schede di progettazione, questionari, portfoli, peer to peer, competenze in entrata e in uscita, ecco ora ci chiediamo se la nostra professionalità sia stata mistificata e tramutata in un mansionario preciso in cui i vari governi hanno giocato, addossandoci compiti e funzioni che non ci sono proprie.
Innanzitutto, piantiamola con l’utilizzo dei vocaboli “missione” e “vocazione”, che associano la professione insegnante alla figura del missionario e quindi al volontariato, come se fosse normale e dovuto che un insegnante lavori gratis “per il bene dei ragazzi”.
Il volontariato si può fare e ognuno è libero di farlo, ma nei luoghi e nei tempi deputati.
Vogliamo tanto per ricordarci sempre come siamo finiti, stilare un breve ma rilevante elenco di compiti, incarichi, funzioni e doveri che quel famoso insegnante amato da Socrate si ritrova a fare negli anni in cui quella maieutica i nostri governanti pensano sia una parolaccia?
Incominciamo.
Ecco le varie mansioni che ci sono state incollate addosso nel tempo, ovviamente senza prevedere alcuna retribuzione aggiuntiva:
Assistente sociale: dobbiamo procurare libri, quaderni, biro e fazzoletti; aiutare a compilare moduli, fornire informazioni sui servizi del territorio, attivare i detti servizi con colloqui e telefonate, organizzare il doposcuola.
Psicologo: dobbiamo ascoltare, risolvere problemi, segnalare, prestare attenzione al disagio e degli alunni e delle loro famiglie, renderci disponibili con le stesse a colloqui che vertano su problematiche personali, consigliare, risolvere, indirizzare. Un discorso a parte andrà fatto per gli allievi BES e dei DSA. Ma oggi ci soffermiamo solo su alcuni aspetti che bastano per urlare e sbattere la fronte ad uno stipite dell’armadio.
Mediatore culturale: dobbiamo sapere parlare diverse lingue, fornire materiale appositamente preparato, alfabetizzare, mediare conflitti, mantenere coeso e sereno il gruppo-classe.
Infermiere: dobbiamo saper medicare, disinfettare, eseguire una manovra di disostruzione pediatrica, riconoscere una crisi epilettica, saper praticare un massaggio cardiaco e prossimamente dovremmo pure somministrare farmaci.
Assistente alla persona: dobbiamo pulire nasi che colano, imboccare, sostenere fisicamente ragazzi, accoccolarci con loro nei momenti più duri, affrontare genitori cui le colpe e le frustrazioni della loro vita, non si sa come, vengono rigettati sulla coscienza di quei famosi insegnanti amati così tanto da Socrate.
Geometra: dobbiamo saper controllare e verificare la tenuta strutturale degli edifici scolastici.
Tecnico informatico: dobbiamo saper collegare un computer, risolvere problemi di connessione, montare e smontare monitor, stampanti, tastiere. Dobbiamo saper cambiare un toner, sostituire cartucce, far ripartire una LIM.
Segretario: dobbiamo compilare moduli, moduli, moduli, sia per quanto riguarda gli alunni che rispetto a quelli che riguardano la graduatoria del nostro servizio, il PTOF, RAV, PON,GLH, GLI,INDIRE, INVALSI, P.E.I., P.D.F., PAI,TIC ecc, ecc….
Meccanico: dobbiamo saper controllare la pressione delle gomme e verificare il funzionamento del quadro elettrico di un pullman verificare i guasti, le avarie, le parti danneggiate e usurate. Dobbiamo saperle riparare e sostituire, studiare un briciolo di tecnologia meccanica, motori a due e quattro tempi, sistemi di accensione e spegnimento, impianti di trasmissione e di frenata, sistemi di carburazione e raffreddamento. Controllare il corretto funzionamento del veicolo e conoscere i pezzi di ricambio, ma anche le gomme, i fari, gli estintori del pullman. Dovremo prestare attenzione alle caratteristiche costruttive, funzionali e ad alcuni importanti dispositivi di equipaggiamento: l’usura pneumatici, l’efficienza dei dispositivi visivi, di illuminazione, dei retrovisori. Dobbiamo stare attenti alle cinture di sicurezza e che i cari pargoli, ne facciano uso senza giocarci all’impiccato. Intrattenitori: dobbiamo saper fare divertire, saper ballare, cantare e recitare.
Vigili del fuoco: dobbiamo saper spegnere un incendio ed utilizzare correttamente un estintore.
Guida turistica: organizzare uscite telefonando all’impazzata, contrattando sui prezzi, controllare nomi e cognomi, autorizzazioni, numeri di cellulare, e incombenze da guardie carcerarie, per portare i ragazzi in gita e illustrare musei, chiese e castelli. Questo quando ci va bene, quando dobbiamo fare gite di più giorni, prima andiamo al Santuario più vicino per farci benedire e permutare l’indennità di tutti noi in cambio dell’astensione a ogni tipo di vizio legale. Anche di sopportare la tua collega che appena giri le spalle sai che ti sta facendo la schermografia radioscopica.
Prossimamente ci vorrebbero anche:
Educatori di campi scuola estivi-Animatori: far giocare, ballare, cantare….
Tutto ciò con un contratto scaduto e ipotecato fino al 2020, con un Dirigente Scolastico che ammaina le vele di chi non si prostra ai suoi ordini e un codazzo di sorridenti insegnanti che spolverano il pavimento dove le sue orme poseranno le sue amene verità.
Non scordandoci che quest’Italia si ricorda di noi, solo per accusarci di qualsiasi evento naturale e soprannaturale avvenga nella vita umana.
Siamo valutati dall’ignoranza popolare che ci vuole mangia ferie, persone privilegiate che hanno tutti i pomeriggi liberi e nelle ore buche giocano a canasta.
E adesso noi ci chiediamo: ”Dove sta la didattica in tutto questo? La didattica quella scienza della comunicazione e della relazione educativa? L’oggetto specifico che si attua nella pratica d’insegnamento, l’organizzazione razionale dei metodi e delle azioni tese all’ottenimento di un efficace progetto educativo?
Insegnare dando uno scopo all’insegnamento, poiché educare significa far venir fuori se stessi e noi docenti abbiamo il compito di “tirar fuori” all’allievo pensieri assolutamente personali, a differenza di quanti vogliono imporre le proprie vedute con la retorica e l’arte della persuasione.
Allora colleghi chiediamo a gran voce un ”mansionario chiaro”: chi ci governa abbia gli attributi di scrivere quali sono i compiti di un docente e, in base alle richieste, provvedere alla retribuzione adeguata.
Questo per noi, i genitori e il pubblico giudicante.
Ma ci sembra chiaro che vogliono regni la confusione per far di noi l’ennesima beffa di un’Istituzione che solo noi insegnanti portiamo avanti.
Non si migliora l’istruzione demoralizzando le persone che esercitano la professione dell’insegnamento ma esaltando le persone che creano tutte le altre professioni.
Anche se in molti i nostri insegnamenti non li seguono. E fanno parte di questo Governo.
.
Lettera di due insegnanti travolte da un’insolita riforma renzusconiana in un immenso mare fatto di carte ultima modifica: 2016-06-21T04:36:29+02:00 da