Lucio Ficara, La Tecnica della scuola Sabato, 16 Maggio 2015.
Parla poco il Presidente della Repubblica italiana, ma quando lo fa, esterna con onestà intellettuale, scomode e sentite verità. La sua ultima esternazione, dovrebbe farci riflettere tutti, in quanto parla di un fenomeno dilagante che non risparmia nessun settore nella nostra povera Italia. La corruzione! A Sergio Mattarella, durante un incontro pubblico organizzato dal Sermig di Torino, gli viene rivolta una domanda da una giovane studentessa, Irene: “ in qualsiasi ambito c’è una corsa al potere e al profitto personale, come non perdere la speranza, come continuare a lottare per una società più pulita e trasparente?”. A questa domanda di Irene il Presidente risponde: “è vero, c’è una corruzione che vediamo diffusa come se ci fosse una sorta di concezione rapinatoria della vita”.
Mattarella poi parla anche di un altro fenomeno che si intravede spesso anche in molti borghesi insospettabili, l’enorme “egoismo”. A tal proposito il Presidente della Repubblica dice: “ ognuno pensa alle cose che gli spettano e non a quelle che deve fare lui”. Parole dure quelle di Mattarella ma anche parole giuste, parole che dovrebbero fare riflettere. Purtroppo la corruzione, la corsa al potere, gli egoismi, gli abusi di potere, la sopraffazione e la concezione rapitoria della vita degli altri, sono i peccati più diffusi della nostra distorta società. Chi sostiene il contrario o è in malafede oppure non capisce nulla di sociologia.
Allora alla luce delle attuali riforme che stanno cambiando l’Italia, come ad esempio il Jobs Act o la riforma della scuola, una domanda ci viene spontanea: “ quanto influiranno questi peccati, ovviamente in negativo, sulla vita dei lavoratori e sulla vita degli insegnanti?”. E poi si parla tanto di meritocrazia, ma che meritocrazia ci attende all’orizzonte in un’Italia in cui la corruzione è dilagante?
Sia la legge del Jobs Act che quella della scuola, hanno una caratteristica comune che sposa perfettamente il paradigma su cui si fonda la nostra attuale società: ”si tratta di leggi che rafforzano i poteri dei capi, riducono essenzialmente i diritti dei lavoratori, e si basano in quella concezione rapinatoria della vita dei sottomessi al potere del padrone”. Inoltre queste leggi hanno un’altra cosa in comune: “ tendono ad allargare in maniera incolmabile le diseguaglianze del nostro Paese, assegnando a poche persone più poteri e più soldi e condannando all’acquiescenza più assoluta e alla povertà la maggioranza degli individui”.
All’orizzonte il cielo si fa sempre più cupo ma in nome di una vera meritocrazia qualcuno sogna la rivoluzione degli intelletti e delle coscienze sane del Paese.