Non buttare via il soldi del PNRR nella scuola

Gilda Venezia

 di Fabrizio Reberschegg, dalla Gilda degli insegnanti di Venezia, 8.11.2022.

il pericolo è scambiare lo strumento per il fine. Rischiamo  di avere classi “innovative” in edifici fatiscenti e avremo docenti “innovativi” pagati con stipendi di vent’anni fa.

Gilda Venezia

Stanno arrivando i soldi del PNRR nelle scuole per le azioni “next generation classroom e next generation labs. Lasciando perdere le facili ironie sull’uso dell’inglese per imbellire progetti banalmente legati alla situazione non esaltante che caratterizza molte scuole italiane, c’è da rimarcare che si tratta di due finanziamenti cospicui che nulla hanno a che vedere con l’emergenza in cui versano gli edifici scolastici italiani o con la necessità di implementare la scuola dell’infanzia e i nidi (0-6).

E’ previsto un finanziamento di 1 miliardo e 296 milioni per la creazione di spazi fisici e digitali di apprendimento innovativi negli arredi e nelle attrezzature. “Metodologie e tecniche di insegnamento in linea con la trasformazione degli ambienti, per potenziare l’apprendimento e lo sviluppo di competenze cognitive, sociali, emotive di studentesse e studenti….” Il Ministero parla di 100.000 classi interessate con particolare attenzione alle zone del meridione. Si tratta del’asse “next generation classroom”.

Si parla invece di Next generation labs, per ciò che riguarda gli spazi per le “professioni digitali del futuro”.
E’ una azione che si rivolge nello specifico alle scuole secondarie di secondo grado per realizzare laboratori in cui studentesse e studenti possano sviluppare competenze digitali specifiche nei diversi ambiti tecnologici avanzati (come robotica, intelligenza artificiale, cybersicurezza, comunicazione digitale), anche attraverso attività autentiche e di effettiva simulazione dei luoghi, degli strumenti e dei processi legati alle nuove professioni.  Questi laboratori sono disegnati per integrarsi con i PCTO. A questa azione sono destinati 424 milioni, ripartiti in 124.044,57 euro  ciascuno per i licei e in 166.455,50 euro ciascuna per le scuole del secondo ciclo che abbiano attivo almeno un indirizzo di istituto tecnico o professionale.

Sono un sacco di soldi che stanno piovendo e pioveranno sulle scuole italiane con i vincoli determinati dalle procedure europee che prevedono tempi rapidi per gli impegni di spesa e per la loro realizzazione. Il rischio è evidente. Pur di portare soldi nella “propria” scuola dirigenti e consigli di Istituto saranno spinti ad acquistare di tutto anche se le strumentazioni “innovative” non sono sostenute da una adeguata progettazione didattica o dal coinvolgimento attivo dei docenti. In alcune scuole sono già stati buttate via LIM perfettamente funzionanti per sostituirle con modelli di nuovissima generazione. E’ solo un esempio. Ma il pericolo è scambiare lo strumento per il fine. Con classi “innovative” non è certo garantito che vi sia una didattica migliore. I docenti sono liberi di usare o meno questi strumenti, ma non possono essere considerati bravi solo perché li usano e pessimi se continuano a invitare i loro allievi alla lettura.

Paradossalmente avremo classi “innovative” in edifici fatiscenti vista la differenza dei tempi di intervento e avremo docenti “innovativi” pagati con stipendi di vent’anni fa.

Il consiglio è che tutti questi investimenti passino almeno per una discussione in collegio dei docenti perché possono avere ricadute sulla metodologia didattica e sui tempi della didattica.

 

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Non buttare via il soldi del PNRR nella scuola ultima modifica: 2022-11-08T05:08:35+01:00 da
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