Il Corriere della sera, 5.12.2023.
Ocse-Pisa 2022, i risultati della rilevazione internazionale pubblicata oggi: troppa distanza tra Nord e Sud e tra licei e tecnici. Anche nei licei peggiora la capacità di comprensione dei testi. L’effetto Covid
Matematica, lo smacco delle ragazze nei dati Ocse-Pisa 2022
Possibile? Possibile che le ragazze italiane non riescano a capire la matematica, mentre i loro compagni se la cavano molto meglio?
Possibile. Non che il gender gap nelle materie scientifiche sia un fatto nuovo, né tanto meno una prerogativa solo nostra. Il pregiudizio culturale secondo cui le femmine sarebbero «meno portate» per i calcoli e per la soluzione dei problemi dei maschi è vecchio come il mondo, comincia da quando le bambine sono piccole ed è duro a morire. Ma mentre nella maggior parte degli altri Paesi il problema è stato preso di petto e se non risolto almeno ridotto in modo significativo, in Italia ai tanti proclami e progetti mirati per il recupero dello svantaggio delle ragazze nelle Stem (acronimo per scienze, tecnologia, ingegneria e matematica) non hanno fatto seguito interventi di sistema in grado di modificare davvero le cose. Risultato: in nessun altro degli 81 sistemi scolastici censiti dall’ultima tornata di test Ocse-Pisa sulle competenze dei 15enni il divario di genere in matematica è così pronunciato:21 punti, l’equivalente di un anno di scuola. Record mondiale negativo per l’Italia: la media Ocse è di soli 9 punti di distacco tra maschi e femmine, ma ci sono anche 14 Paesi dove le ragazze battono i ragazzi. Le ragazze italiane non vanno particolarmente peggio dei loro compagni: nella fascia bassa, anzi, lo svantaggio è minimo. Il fatto però è che faticano ad eccellere, e anche quando vanno bene ottengono risultati molto meno brillanti dei «top performer» maschi (37 punti in meno). Non a caso il divario maschio-femmine è massimo (33 punti) proprio nelle regioni come la Lombardia dove gli studenti in generale se la cavano meglio. In parte può dipendere dal tipo di scuola. Ma il punto è che già al momento della scelta delle superiori dopo le medie i giochi sono in gran parte già fatti. Come ha spiegato Laura Palmerio dell’Invalsi, in Italia il ritardo delle alunne in matematica si inizia a vedere già alle elementari, per poi amplificarsi alle medie ed esplodere alle superiori. E, quel che è peggio, invece di diminuire, sta aumentando: «Forse è anche per il modo in cui la matematica viene insegnata», commenta durante la presentazione dei dati di quest’ultima rilevazione internazionale, che arriva con un anno di ritardo a causa del Covid. Nel 2022 i test Ocse-Pisa hanno misurato le competenze dei quindicenni di 81 Paesi in lettura, matematica e scienze con prove al computer di due ore. Con un campione di 690.000 studenti monitorano le competenze i 29 milioni di studenti: in Italia sono stati testati 10.522 studenti.
In generale i risultati dei nostri studenti di seconda superiore in matematica sono in linea con la media dei Paesi Ocse: 471 punti contro 472. E’ la prima volta da quando l’Italia partecipa ai test: di solito stavamo nella fascia bassa. Una buona notizia che va però contestualizzata: non siamo tanto noi ad essere migliorati, quanto gli altri Paesi che sono peggiorati più di noi. O meglio, rispetto al crollo verticale registrato un po’ ovunque dopo il Covid, l’Italia fino al 2018, anno della penultima rilevazione, veniva da un lungo periodo di miglioramento costante dei risultati. Senza volerci confrontare con le tigri asiatiche che svettano ad altezze siderali (gli studenti di Singapore che sono i primi al mondo ottengono un punteggio medio di 575 punti), restiamo comunque distanti dai primi della classe europei: Estonia (510 punti), Paesi Bassi (493 punti), Inghilterra (489 punti). La Finlandia dei miracoli questa volta è retrocessa di ben 35 punti. Ma almeno abbiamo accorciato le distanze con Germania (475), Francia (474) e Spagna (473).
Resta il fatto che il 30 per cento dei ragazzi di seconda superiore non raggiunge nemmeno il livello minimo di competenze (la media Ocse è del 31 per cento). E comunque, anche fra chi riesce a strappare la sufficienza, ancora molti, troppi, si fermano al livello base (26 per cento contro una media Ocse del 23,3 per cento). Mentre rispetto agli altri Paesi della nostra stessa «fascia di reddito» matematica siamo a corto di studenti bravi e molto bravi, i cosiddetti «top performer»: da noi sono solo il 7 per cento contro il 9 per cento della media Ocse.
Competenze di lettura
In Italia gli studenti quindicenni raggiungono, per quanto riguarda le competenze di lettura, un risultato superiore alla media Ocse, che quest’anno è sceso a 476 punti. Con un risultato medio di 482 il nostro Paese, nonostante il Covid, migliora di 6 punti rispetto al 2018. Nel contesto europeo, il risultato degli studenti italiani è in linea con quello di altri 12 Paesi: Danimarca, Polonia, Svezia, Svizzera, Austria, Germania, Belgio, Portogallo, Norvegia, Croazia, Lettonia e Francia; ma inferiore a quello di Irlanda, Estonia, Finlandia e Repubblica Ceca, che si trovano nella parte alta della classifica Ocse insieme alle teste di serie asiatiche guidate da Singapore. Ma la parte più interessante dei dati nel nostro Paese riguarda i dettagli che compongono il risultato: rimangono infatti notevoli differenze tra zona e zona e anche tra scuola e scuola. Per quanto riguarda il gap di genere, le ragazze si confermano migliori lettrici (491 di media contro 472). Ma il risultato non deve abbagliare: nei licei e tra gli studenti più bravi la differenza non si vede. E’ nella fascia bassa degli studenti più in difficoltà che i maschi annegano.
Competenze di scienze
In scienze, invece, restiamo drammaticamente indietro rispetto altri grandi Paesi europei. Nonostante nell’ultima rilevazione si sia registrato un netto miglioramento dei risultati – siamo passati da 468 a 477 punti – restiamo comunque confinati nella fascia bassa della classifica (la media Ocse è di 485 punti), subito sopra la Turchia: confrontando i risultati dell’ultimo decennio, infatti, il trend è negativo, visto che nel 2012 la media era di 494 punti. In media tre studenti italiani su quattro (76 per cento) raggiungono almeno il livello di competenze di base. Mentre solo lo 0,4 per cento è arrivato al livello 6 (media Ocse uno per cento). Nell’ambito delle scienze, non si segnala un gap di genere significativo: la differenza tra maschi e femmine resta di 9 punti come nel 2018, ma il risultato è molto sbilanciato tra i cosiddetti top-performers. Le ragazze migliori restano comunque di 20 punti al di sotto dei loro compagni (606 vs 586) e sono soltanto il 3 per cento contro il 5.
Effetto Covid
L’effetto Covid c’è stato, e non poteva essere altrimenti, ma nel nostro Paese è rimasto confinato alla matematica, mentre la lettura è rimasta stabile e nelle scienze c’è stato addirittura un miglioramento. In generale i risultati di Ocse-Pisa 2022 mostrano «una situazione dell’istruzione mondiale non confortante», si legge nel rapporto.Il rendimento medio è sceso di 16 punti in matematica e di 11 punti in lettura: «Ciò equivale all’incirca a mezzo anno scolastico in lettura e a tre quarti di anno scolastico in matematica». Nessuna variazione significativa invece per le scienze. Per capire la gravità dei risultati di quest’anno, è importante considerare il contesto. In due decenni di test Pisa, infatti, il punteggio medio Ocse ha subito variazioni molto limitate tra un ciclo e l’altro, con un massimo di quattro punti in matematica e di cinque punti in lettura. Il drastico calo dei risultati suggerisce uno shock negativo che ha colpito molti Paesi nello stesso momento, e il COVID-19 sembrerebbe essere per lo meno una concausa. Tuttavia, è bene dare un’occhiata più da vicino ai dati. «L’analisi dei trend dei risultati Pisa prima del 2018 rivela che i risultati in lettura e scienze hanno iniziato a diminuire ben prima della pandemia. Ciò indica che sono in gioco anche problemi di più lungo periodo», secondo l’Invalsi. Per quanto riguarda l’Italia, si può dire che ha tenuto per quanto riguarda la lettura, mentre si è sentito molto di più il calo in matematica. Questo, secondo Laura Palmerio perché «probabilmente la lettura è una competenza che si sviluppa in parte anche indipendentemente dal contesto scolastico» e dunque durante il Covid l’effetto chiusura delle scuole si è fatto sentire meno.
Il Sud bocciato
Se il risultato medio dell’Italia in matematica è in linea con gli altri Paesi Ocse (70 per cento di ragazzi e ragazze «promossi» in matematica, contro il 69 per cento della media degli altri Paesi), lo svantaggio del Sud resta drammatico: nelle regioni meridionali poco più della metà degli studenti (54 per cento) strappa il sei. Tutti gli altri sono sotto la soglia di sopravvivenza, mentre al Nord più dell’80 per cento dei quindicenni arriva almeno alla sufficienza. In termini assoluti, mentre gli studenti settentrionali, con risultati fra 496 e 500 punti, si collocano si al terzo posto in Europa, dietro a Estonia e Svizzera, quelli del Sud e delle isole sprofondano fra 434 e 441 punti. Quanto alla lettura, se in Italia gli studenti che non raggiungono il livello minimo di competenze sono uno su cinque (21,4 per cento) contro una media Ocse di uno su quattro (26,3), tuttavia un quindicenne che va a scuola in una regione del Nord Italia ha più del doppio delle possibilità di essere top performer di uno studente che va a scuola in Sicilia, Sardegna e Calabria e circa il triplo di uno studente di Campania, Puglia e Basilicata. Scrivono gli esperti dell’Ocse: «Mentre le regioni del Centro riportano un risultato in linea con la media italiana, gli studenti delle altre aree geografiche sembrano essere inseriti in diversi sistemi educativi: rispetto alla media nazionale, gli studenti che vivono e vanno a scuola nelle regioni del Nord (Est e Ovest) hanno un vantaggio superiore a 20 punti, quelli che vivono e vanno a scuola nelle regioni del Sud Isole e del Sud hanno uno svantaggio, rispettivamente, di -26 e -32 punti sulla scala di lettura». La media degli studenti del Nord Ovest e del Nord Est è sopra la soglia dei 500 punti, mentre nel Sud e nelle Isole è intorno ai 450 punti. Anche i risultati in Scienze peggiorano passando dal Nord Ovest al Sud: se nel Nord Ovest (19 per cento) e nel Nord Est (18 per cento), meno di uno studente su cinque non raggiunge la competenza minima del Livello 2, nel Centro gli insufficienti salgono al 28% , mentre quasi uno studente su due non raggiunge questo livello base di competenza al Sud (45% del Sud e 43% Sud Isole). All’estremo opposto, si può notare come solo il 3% degli studenti del Sud e Sud Isole raggiunga i livelli più avanzati (Livello 5 e 6), contro il 13% nel Nord Ovest e il 10% nel Nord Est.
Licei vs istituti tecnici e professionali
Differenze molto significative si registrano anche a livello di scuola: con i liceali nettamente davanti a tutti gli altri studenti sia in matematica che nelle altre materie. Il punteggio medio in matematica è pari a 498 punti per gli iscritti ai licei contro i 460 punti degli studenti dei tecnici che a loro volta staccano di parecchie leghe gli studenti dei professionali, che oscillano fra 397 e 402 punti. Detto altrimenti: mentre nei licei meno di uno studente su cinque non raggiunge la sufficienza (il 18,6 per cento), nei tecnici gli scarsi sono uno su tre (32,6 per cento) e nei professionali sono più del 60 per cento. Le differenze tra tipologie di scuola sono molto grandi anche nella lettura: 105 punti separano i punteggi medi ottenuti dagli studenti dei licei, che pure hanno una performance inferiore a quella del 2018 e quelli degli istituti professionali. Ma un dato singolare, che dovrebbe spingere a ulteriori riflessioni, è che in dieci anni, dal 2012 al 2022, gli studenti dei licei hanno peggiorato notevolmente (oltre 20 punti) la loro performance di lettura e comprensione dei testi. Va da sé che anche per quanto riguarda le scienze sono i licei ad ottenere un risultato medio significativamente migliore degli istituti tecnici e dei professionali, dai quali li separano oltre 100 punti. Si passa dai 506 punti medi ai 464 dei tecnici ai 404 dei professionali. Non solo: al di sotto del livello 2 si colloca il 13% degli studenti dei licei, il 28% degli studenti degli istituti tecnici fino ad arrivare al 54% degli studenti degli istituti professionali e dei centri di formazione. Raggiungono i livelli più avanzati (5 e 6) l’11% degli studenti del licei, ma soltanto il 5% degli studenti dei Tecnici, mentre la percentuale si approssima allo zero per gli studenti degli istituti professionali.
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