di Chiara Compagnucci, Business on line 12.10.2015.
Se cambiamenti sulle pensioni ci devono essere, è meglio intervenire subito, come ricordato dalle ultime notizie sull’emergenza sociale.
Ci sarà ancora da attendere prima di introdurre novità concrete nel sistema della pensioni in Italia. La conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, è arrivata dalla parole dello stesso premier Renzi che ha invitato ad aspettare fino al 2016 per vedere qualche cambiamento. Per giustificare l’ennesimo ritardo ha tirato in ballo la poca chiarezza sulle cifre, ma in realtà è evidente come l’inerzia sia dettata da motivazioni politiche, alle quali si affiancano naturalmente anche ragioni di caratteree economiche. D’altronde, per il governo sarebbe poco conveniente, dal punto di vista delle fredde cifre, cambiare l’attuale legge previdenziale che è in grado di assicurare considerevoli risparmi di spesa.
Eppure se qualche cambiamento ci deve essere, è meglio introdurlo adesso. Già dal prossimo anno, il taglio del traguardo della pensioni si allontanerà di quattro mesi per tutti i lavoratori. Una situazioni non proprio sostenibile per chi, poco motivato e dunque non strategico per favorire il rilancio di produttività e competitività, intende congedarsi e per chi, giovani e pieno di prospettive, si trova in uno stato di disoccupazione. L’emergenza sociale è avvertita adesso, più avanti sarà solo aggravata e, anzi, dal peggioramento di alcune posizioni non sarà più possibile tornare indietro. E a poco potranno servire strumenti assistenziali come l’assegno universale finanziato dall’Unione Europea, proposto dal ministro dell’Economia.