Piano didattico personalizzato (PDP), va redatto entro novembre. Ecco un modello

di Fabrizio De Angelis,  La Tecnica della scuola, 20.11.2018

– Il Piano didattico personalizzato (PDP) è un documento dedicato agli gli studenti con DSA, citato all’interno della legge 170/2010 e delle linee guida seguenti. Si tratta della programmazione didattica riservata agli alunni con difficoltà di apprendimento.

Tale documento che compila la scuola, rappresenta un patto d’intesa fra docenti, famiglia e istituzioni socio-sanitarie dove devono essere esplicitati gli interventi didattici individualizzati e personalizzati, gli strumenti compensativi e le misure dispensative che servono all’alunno per raggiungere autonomia in ambito scolastico.

Quando va redatto?

Il piano didattico personalizzato, per quanto riguarda gli studenti con diagnosi già consegnata e protocollata presso la scuola, viene redatto dal Consiglio di Classe all’inizio di ogni anno scolastico entro il primo trimestre, quindi generalmente tale documento deve essere pronto entro la fine di novembre.

In generale il percorso che deve seguire il PDP è il seguente:

– Incontro dei docenti con la famiglia e lo specialista

– Stesura del documento da parte del Consiglio di Classe

– Condivisione con la famiglia

Ricordiamo che il piano didattico personalizzato può essere modificato durante l’anno in base alla necessità. Infatti durante il percorso di apprendimento, l’alunno in seguito all’osservazione ed al monitoraggio può mostrare dei cambiamenti che pertanto necessitano di essere registrati nel documento, al fine di adeguare le strategie all’alunno alla luce dei nuovi dati.

PDP: non è sempre obbligatorio

Bisogna sottolineare per quanto riguarda il PDP, che questo non è sempre obbligatorio: infatti, in base alla L. n. 170/10, al decreto attuativo n. 5669/11 ed alle Linee Guida annesse, per gli alunni con DSA è prevista obbligatoriamente la stesura di un PDP contenente gli strumenti compensativi e le misure dispensative necessarie al successo scolastico dell’alunno. Tale documento ha pieno valore formale e quanto in esso stabilito dev’essere garantito anche in sede di verifiche e di esami finali.
Per quanto riguarda gli alunni BES la direttiva ministeriale del 27/12/12  distingue tre sottocategorie di BES: disabilità, Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) ed evolutivi specifici e svantaggio socioeconomico, linguistico o culturale. Il documento può essere redatto anche in presenza di altri BES, diagnosticati o meno.

In quest’ultima categoria di BES, possono esserci deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria, dell’attenzione e dell’iperattività (ADHD); in altri casi, invece, sono riconducibili a diverse forme di svantaggio derivante da disagi economici e sociali, linguistici o culturali, come ad esempio i bambini e i ragazzi che vivono importanti forme di marginalità o che sono da poco arrivati in Italia.

In tutti questi casi il PDP non è obbligatorio, ma è deciso dal Consiglio di Classe e può avere anche carattere temporaneo, per brevi periodi durante l’anno scolastico.

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