Quel che resta del merito e della continuità didattica

Correva l’anno 2022 e l’OM 112 disciplinava le regole per l’inserimento nelle graduatorie provinciali (valide per 2 anni), le modalità per partecipare alla procedura di assunzione straordinaria per gli insegnanti di sostegno in I fascia, i vincoli triennali per chiunque fosse stato assunto attraverso tale modalità e lo status di coloro che erano in possesso di un titolo di specializzazione estero. Il provvedimento, oltre ogni ottimistica previsione, stabiliva financo l’istituzione di una Graduatoria regionale, alla quale gli insegnanti di sostegno specializzati avrebbero potuto iscriversi, esclusivamente, per accedere ai posti disponibili per il ruolo, pur mantenendo la possibilità di accettare le supplenze da GPS in altra Provincia.

Era il tempo in cui professori e maestri prendevano decisioni che per i successivi 2 anni avrebbero condizionato la propria vita, quella dei loro familiari e degli studenti che seguivano, sulla base di quanto le istituzioni avevano stabilito attraverso regole scritte. Passano appena pochi mesi, il Governo cambia, il Ministero dell’istruzione dell’Università e della ricerca viene sostituito dal MIM, acronimo di Ministero dell’Istruzione e del “Merito”, un segnale forte, importante, indicativo della volontà del Governo di eliminare le distorsioni del sistema e di garantire stabilità e professionalità a studenti e famiglie.

Gli insegnati, che nel frattempo hanno iniziato un nuovo anno scolastico, si preparano, fiduciosi, alle eventuali novità che un Ministro, finalmente così attento alla qualità e al merito, avrebbe potuto riservare loro. Purtroppo la fiducia e l’ottimismo delle prime ore vengono meno, nel momento in cui la classe docente si rende conto che le iniziative proposte dalla maggioranza, per migliorare il sistema di istruzione, prevedono un totale stravolgimento delle graduatorie provinciali (in teoria biennali), dei vincoli triennali che avevano impedito a molti la partecipazione alla procedura straordinaria di assunzione e di quanto altro disposto dalle norme, meno di un anno prima.

Riassumendo, il significato che l’attuale Ministero ha del termine “merito” contempla, la possibilità per i docenti specializzati sul sostegno all’estero, in possesso di un titolo non ancora riconosciuto, di accettare le supplenze; la deroga a tutti i vincoli triennali di permanenza nella scuola di titolarità per i docenti neoassunti con procedura straordinaria, anche se ancora non in possesso del ruolo. L’abolizione delle graduatorie regionali e la possibilità di riservare una quota dei posti disponibili dei futuri percorsi di specializzazione, ai docenti con 3 anni di servizio non qualificato sul sostegno, che potrebbero frequentare senza sostenere alcuna selezione, in virtù di una legge che, di fatto, non lo prevede.

Alla luce di cotante deroghe, modifiche e sconti di pena anche gli insegnanti neo-specializzati, a cui da qualche anno viene concessa la possibilità di inserirsi negli elenchi aggiuntivi, vorrebbero entrare a pettine nelle graduatorie, così come chi non è ancora specializzato ma risulta idoneo a partecipare al corso di specializzazione vorrebbe essere incluso in coda alle GPS, alla stregua di coloro in possesso di un titolo estero non ancora valido. Tutto questo avviene sullo sfondo di un meccanismo che vede specializzarsi ogni anno centinaia e centinaia di insegnanti al sud e poche decine al nord.

In buona sostanza, i docenti che, con studio e sacrifico si sono specializzati in Italia, rinunciando alla procedura straordinaria di immissione in ruolo perché avrebbe comportato trasferirsi a migliaia di km di distanza dalle loro famiglie per almeno tre anni, che ormai da 2-3 anni si prendono cura dei ragazzi in difficoltà si chiedono: che fine faranno? In che modo queste modifiche garantiscono la continuità didattica? In che termini assicurano il merito e la qualità dell’istruzione? Come risolvono il problema delle cattedre vuote al nord e dell’esaurimento delle graduatorie al sud?

Purtroppo temiamo che questi interrogativi resteranno insoluti, in quanto da mesi il Governo si fa sordo alle nostre richieste, ignorandoci. Deduciamo da ciò che le migliaia di insegnanti che fanno parte della categoria appena descritta, siano stati semplicemente “dimenticati”, da politica e sindacati, con buona pace dei diritti di lavoratori, famiglie e studenti. Ecco la famigerata “Scuola del merito”.

Patrizia Culmone, Fabio D’Apollo, Enza Turco, Geralda Ferrara, Antonio Galluzzo, UDSS
(Unione docenti specializzati sul sostegno)

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Quel che resta del merito e della continuità didattica ultima modifica: 2023-05-28T04:24:38+02:00 da
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