dal blog di Gianfranco Scialpi, 21.4.2021.
Riapertura delle scuole, il dietrofront del governo conferma che la scuola non è protetta. Per il prossimo anno occorrerà integrare la decisione di confermare il personale Covid con un aggiornamento dello scudo Azzolina.
Riapertura delle scuole, il ripensamento del Governo
Il 26 aprile le scuole riapriranno. Inizialmente il Premier Draghi aveva ipotizzato una presenza al 100%. Alla fine la soluzione di compromesso sembra essere fissata al 60% in presenza. I motivi sono riconducibili all’inadeguatezza delle aule di accogliere tutti gli studenti, rispettando il metro buccale. Per inciso, quest’ultimo ormai è considerato non più sufficiente a proteggere ragazzi e personale scolastico dalla variante inglese che gli scienziati presentano come maggiormente contagioso, rispetto al Covid cinese. Ovviamente, il problema non è solo interno, ma coinvolge anche i trasporti.
Confermato quindi il sospetto che l’iniziale decisione di aprire fosse dettata più da ragioni politiche che sull’analisi della situazione. Si legge sul sito Gilda Venezia: “una scelta che non è stata accompagnata da interventi mirati a risolvere le questioni più urgenti per quanto concerne la sicurezza e la salute. Di Meglio ha dichiarato che ‘non c’è traccia dei tamponi salivari, il tracciamento dei contagi è un miraggio e per quanto riguarda aule e organico è stato fatto ben poco’.
Interessante quanto scrive P. Mastrocola: “Si chiude e si apre quando ci sono le ragioni per farlo. Invece qui – è ormai evidente – aprire, chiudere, riaprire e richiudere sono decisioni a priori, astratte e senza fondamento. Decisioni che riguardano la politica e l’economia, indipendenti da riscontri scientifici; decisioni che si prendono a capocchia, così come soffia il vento del consenso. Le scuole oggi sono esattamente com’erano a ottobre“. (La Stampa 21 aprile).
Non è sufficiente aver confermato il personale Covid
Ora buona la decisione del Mi di proporre al Governo la conferma del personale aggiuntivo (definito impropriamente “Covid”) anche per il prossimo anno scolastico. La misura però non è risolutiva. Altre soluzioni dovranno essere attuate, tenendo presente il cambio di scenario imposto dalla variante inglese. Queste dovranno prevedere la disponibilità di mascherine FFP2 maggiormente protettive, sistemi di areazione in ogni aula, tamponi salivari settimanali per tutti gli studenti, l’aggiornamento della distanza tra gli alunni e gli studenti (2 metri buccali?), il potenziamento effettivo dei trasporti e l’attuazione di un controllo più stringente…
Resta il nodo delle classi pollaio riconfermate anche il prossimo anno. Questa iattura pedagogica stride fortemente con le regole per contrastare il Covid che richiederà, se verrà aggiornato il metro buccale, altre soluzioni.
Tutto questo richiederà significative risorse, le uniche che possono certificare un impegno concreto della politica a proteggere la Scuola della Repubblica.
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Riapertura delle scuole, ma siamo pronti? ultima modifica: 2021-04-21T22:03:48+02:00 da