Rientro a scuola, il virologo Pregliasco: sarà un casino gestire trasporti e protocolli, terza ondata inevitabile

di Alessandro Giuliani,  La Tecnica della scuola, 15.12.2020.

Gilda Venezia

I dubbi della Tecnica della Scuola sul ritorno in classe di quasi tutti gli studenti delle superiori a gennaio vengono ora espressi anche da esperti e virologi. Come Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università Statale di Milano, che in un’intervista al Messaggero avverte che “senza alcun dubbio la terza ondata il prossimo anno ci sarà, questo è un fatto”. E siccome la scuola non sembra offrire ad oggi particolari garanzie, Pregliasco ritiene che la riapertura degli istituti superiori fissata per il 7 gennaio è “un casino. Davvero”.

Pregliasco: stringere ora

“La scuola merita tentativi di riaprire più decisi – ha continuato il virologo – e da questo deriva lo sforzo organizzativo non da poco che si sta provando a fare. Ma oggi fatico ad immaginare come si possano strutturare i sistemi di trasporto e gestire tutti i passaggi con dei protocolli. In giro con la scuola tornerebbero non solo 8 milioni di giovani studenti ma almeno altri 2 milioni di lavoratori che si occupano del settore. A loro vanno aggiunti tutti i familiari che si muovono per accompagnare i più piccoli in classe. È evidente che se i numeri saranno quelli di una terza ondata sarà difficile. La sola cosa che possiamo fare è arrivare a quel punto nel migliore dei modi”.

Dopo avere fatto questa premessa, Pregliasco ha tenuto a dire che la terza ondata di Covid-19 “avrà un’intensità che dipende da noi. A seconda di come regoliamo ora questo rubinetto, dando più o meno fiato alla possibilità di avere contatti durante le feste. Però oggi è davvero fondamentale arrivare a stringere un po’, se no fra 15 giorni ci ritroviamo con effetti pesanti”.

Lopalco: la seconda ondata non è finita

Ad avere grossi dubbi sul ripristino delle lezioni in presenza è stato, nella stessa giornata, anche l’assessore alla Salute della Regione Puglia, Pierluigi Lopalco: “Il livello di contrapposizione ideologica che si è sviluppato intorno al tema dell’apertura/chiusura delle scuole in pandemia – ha scritto su facebook – non è tollerabile in un momento così delicato. Siamo infatti in piena seconda ondata, in piena stagione autunno invernale. Si parla di terza ondata, senza pensare che la seconda non è affatto conclusa e potrebbe riprendere forza in qualsiasi momento. Un errore in questa fase sarebbe imperdonabile”.

“Affermare tout-court che ‘la scuola è sicura’ – ha continuato Lopalco – è un atteggiamento tanto stupido, quanto stupido è attribuire alla chiusura delle scuole un ruolo salvifico. Le evidenze che possano supportare questa o quella tesi sono comunque deboli, per vari motivi: incompletezza dei dati (nei sistemi di sorveglianza il dato del luogo dove è avvenuto il contagio è largamente assente); enorme quota di infezioni asintomatiche nei soggetti in età scolare; impossibilità a scorporare il ruolo della chiusura delle scuole dalle altre misure di prevenzione e controllo”.

Lopalco ha quindi invitato a leggere un “commentary” realizzato da “John Edmunds, uno dei migliori epidemiologi che abbia conosciuto. La conclusione del ragionamento è abbastanza evidente. Difficile escludere il ruolo dei ragazzi in età scolare nell’attivazione dei focolai familiari”. Quindi, “cerchiamo di seguire il principio di precauzione, almeno per il picco invernale”.

E finiamola, ha concluso l’assessore di “discutere sulla sicurezza delle procedure applicate in ambiente scolastico. Inutile attribuire la responsabilità all’affollamento dei trasporti. Quello che importa è la valutazione dell’impatto sulla dinamica del contagio della ripresa della scuola al 100% in presenza”. Lopalco conclude: “L’approccio prudenziale della nostra regione che mira a limitare (non escludere) la didattica in presenza credo sia un buon compromesso. Affollare nuovamente le classi solo per far fede ad una presa di posizione ideologica non mi sembra una buona idea”, ha concluso Lopalco.

In Germania scuole chiuse

La polemica sul ritorno a scuola in presenza si alimenta anche a seguito del fatto che in altri Paesi “vicini” all’Italia si prendono provvedimenti improntati alla cautela. Detto della Germania dove l’esecutivo Merkel ha deciso di chiudere tutte le scuole dal 16 dicembre al 10 gennaio, con tanto di ferie aggiuntive retribuite per i genitori lavoratori di bambini sotto i 12 anni, anche la Francia provvede a prendere disposizioni per limitare gli accessi a scuola.

in Francia no subito prima di Natale

Per evitare una terza ondata del Covid-19 a gennaio, il Consiglio scientifico francese ha infatti raccomanda “l’auto isolamento” alcuni giorni prima di andare dai parenti per le feste di Natale. In particolare, il primo ministro Jean Castex, seguendo le indicazioni del comitato che affianca il governo, ha consigliato alle famiglie che possono farlo di non mandare a scuola i bambini giovedì e venerdì, i due ultimi giorni prima delle vacanze.

Per gli studenti – dalle elementari al liceo – il Consiglio chiede di evitare feste e riunioni e annuncia una “tolleranza” giovedì e venerdì per le assenze in classe. Una nota in tal senso sarà inviata a presidi e direttori di istituti. I genitori dovranno in ogni caso avvertire dell’assenza dei figli.

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