Alessandro Giuliani La Tecnica della scuola Mercoledì, 29 Aprile 2015
Intervento a favore della ‘Buona Scuola’ di Renzi da parte del direttore generale della Banca d’Italia, Salvatore Rossi, durante una Lectio Magistralis alla Lumsa: la “capacità innovativa” e una “buona istruzione, specie universitaria, si traduce in sviluppo economico.
Per garantire all’Italia un futuro migliore e consolidare la ripresa in corso occorre accelerare l’approvazione delle riforme in atto, in particolare quella dell’Istruzione. A dirlo non è il Governo, ma è stato il direttore generale della Banca d’Italia, Salvatore Rossi, durante la Lectio Magistralis tenuta all’Università Lumsa di Roma il 29 aprile.
Pensare di “rallentare o fermarsi nella fatica riformatrice non si può: bisogna piuttosto accelerare”, ha dichiarato Rossi: “in cima alla lista vi sono pochi grandi ambiti dell’azione pubblica nella società e nell’economia, fra cui spicca il sistema di istruzione, in particolare l’università”.
L’alto rappresentante Bankitalia ha quindi tenuto a ricordare la “capacità innovativa” e una “buona istruzione, specie universitaria, si traduce in sviluppo economico”. Soffermandosi su diversi studi in materia, Rossi ha anche illustrato agli studenti e ai presenti, i legami tra istruzione e legalità e tra quest’ultima e lo sviluppo economico. Dimostrando come sia “evidente la concatenazione di fatti che porterebbero da un buon sistema educativo a una buona società, a un clima di legalità che confini criminalità e corruzione in occasionale patologia, infine allo sviluppo economico”.
Più in generale, sempre secondo il direttore generale della Banca d’Italia, l’approvazione delle riforme programmate dal Governo Renzi servirebbero “non solo per gettare le basi di un futuro stabilmente migliore, ma per consolidare la stessa ripresa in corso”. Rossi ha poi detto “che in Italia il livello di consapevolezza intorno ai guasti strutturali del sistema si è innalzato”, tanto che “l’azione politica e amministrativa si è fatta più intensa”. In questo modo, “dissipando i residui di pessimismo qualunquistico all’interno, di scetticismo all’esterno”.