TuttoscuolaNews, n. 836 del 6.11.2017
– Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato la grazia condonando interamente la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni alla quale era stato condannato in via definitiva il professore Livio Bearzi, che era rettore del Convitto dell’Aquila nella notte dell’aprile 2009 nella quale il terremoto uccise 309 persone, fra cui tre convittori.
Al termine dei tre gradi di processo, come ricorda l’ANP, Bearzi si era ritrovato ad essere quasi l’unico responsabile di quell’evento, ed era stato condannato a quattro anni di reclusione, trascorsi in parte in carcere e in parte in affidamento in prova ai servizi sociali. «Nessuno ha pagato per il crollo del convitto dell’Aquila, salvo l’unico che non aveva i mezzi per provvedere e che ha rischiato egli stesso di rimanere sotto le macerie», è l’amaro commento dell’Associazione, che nel dare atto al presidente Mattarella della sensibilità dimostrata, denuncia la persistenza di un «ginepraio di competenze incrociate e di risorse mancanti, contro cui da sempre i dirigenti scolastici si battono, ma del quale rischiano, come Bearzi, di essere dichiarati alla fine i soli colpevoli».
La questione della sicurezza delle scuole, e nelle scuole, è uno dei temi ai quali Tuttoscuola dedica da tempo la massima attenzione, tanto da aver promosso, in collaborazione con l’Istituto di Istruzione Superiore Giosuè Carducci e il gruppo FM s.r.l., il progetto denominato ‘A scuola di sicurezza’, che si compone di diversi moduli formativi articolati in sei livelli di approfondimento. Un progetto aperto, attraverso la creazione di uno specifico ‘modulo alunni’, anche alla realizzazione della formazione prevista in materia di sicurezza per le attività di Alternanza Scuola-Lavoro destinate agli studenti degli istituti di istruzione secondaria di secondo grado.
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Risolto il caso Bearzi, ma chi risponde della sicurezza delle scuole? ultima modifica: 2017-11-06T06:29:50+01:00 da