Scuola, ancora una conferma sul ritorno al passato

Scuola,  aumenta la spinta per un ritorno al passato. Jovanotti è l’ultima conferma di questo ritorno alla chiacchiera e all’approccio superficiale dei problemi

Scuola, sempre più indietro verso un passato di chiacchiere e altro

Scuola, non è stato difficile ipotizzare lo scenario post-Covid. Si riprenderà a parlare di scuola solo per ricordare il rito d’inizio, fine anno e degli esami di stato. Il suddetto racconto non  riesce a nascondere il dovere di cronaca e il distacco verso una ritualità insignificante, in quanto vissuta dentro un contesto che non riesce più a convincere. Non solo.
Il rapporto tra il Paese e la scuola non è mai stato profondo. Opinionisti, politici, esperti di aula, massmedia  hanno sempre parlato di scuola, limitandosi alla superficie. Incapaci di cogliere i reali problemi che caratterizzano l’istituzione, la loro attenzione si concentra su vicende rilevanti quali la violenza fisica e sessuale su minori, oppure cedendo a un certo vojeurismo vanno alla ricerca di fatti di cronaca piccanti, senza preoccuparsi di verificarli. Quello che accomuna queste vicende è il tentativo di screditare gli insegnanti. Tutti gli insegnanti. In questo modo si dimentica il grande lavoro svolto lontano dalle telecamere, di formazione e di sostegno dei ragazzi che spesso non percepiscono più la famiglia come una realtà che li accompagna. Quest’ultima è convinta che regalando oggetti, iperattenzione o dispositivi elettronici, i ragazzi possano gestire un giorno la complessità dell’esistenza liquida con le sole armi del piacere, dell’azzeramento del desiderio…
Per la prima volta nella storia dell’umanità, le nuove generazioni mostrano un quoziente di intelligenza inferiore a quello delle generazioni che le hanno precedute. Calano le facoltà mentali dei più giovani, aumenta il loro disagio psicologico. Ansia, stress, depressione, disturbi alimentari, autolesionismo, aggressività… I dati fanno paura e sono in crescita costante. È l’effetto di una vita trascorsa usando social, video, chat e videogiochi. Un uso che, stimolando il cervello a rilasciare il neurotrasmettitore della sensazione del piacere, non può che degenerare in abuso. Il Web come la cocaina, appunto. (Coca Web, Una generazione da salvare, Minerva 2022)

L’ultimo esempio Jovanotti

Detto questo, in queste ore lo scenario di ritorno al passato è confermato da Jovanotti (Lorenzo Cherubini) con un’entrata a gamba tesa sulla scuola che lascia interdetti, in quanto effettuata da un cantante che dovrebbe avere una maggiore sensibilità verso il profondo umano. Ha dichiarato: “L’estate è la vera grande invenzione dell’Italia. Tre mesi di vacanza dalla scuola non ce l’ha nessuno“. Parole di un qualunquismo disarmante  che strizzano l’occhio ai poco informati che spesso però sono quelli che fanno opinione.
Uno studio condotto da  Eurydice- Indire (2018-19),  conferma il seguente dato: la Danimarca e l’Italia presentano il calendario più lungo (200 giorni), uniforme nei tre gradi di studio. Gli altri paesi hanno un calendario scolastico tra i 170-190 giorni  evidenzia che in Italia le vacanze sono concentrate a Natale, Pasqua e in estate. In altri paesi i giorni di pausa sono distribuiti durante tutto l’anno (ottobre-maggio). Ad esempio in Francia, le vacanze estive durano 8 settimane, ma tra ottobre-novembre e a carnevale le scuole sono chiuse complessivamente  per 4 settimane.
La maggior parte dei paesi a giugno chiude i cancelli.  Ovviamente non è difficile comprenderne il motivo: la diversa latitudine rispetto alla nostra.
La differente organizzazione delle pause influisce sulla durata delle vacanze estive. Si va da un minimo di 6 a un massimo di 12-13.
Le vacanze estive vanno dalle 6-8 settimane (Francia,Germania,Liechtenstein,Regno Unito, Norvegia…) alle 10-12 (Finlandia Grecia, Islanda,Portogallo, Spagna, Ungheria… ) . La Lettonia, l’Italia  chiudono l’elenco con 13 settimane.
Concludo. Ovviamente questi dati di non facile lettura non riusciranno ad emergere sulla stampa e in genere nei mass-media. Il motivo è semplice: mancano di sensazionalismo e difficili da comprendere! Nel frattempo i veri nodi della scuola (sistemi d’areazione, classi pollaio, edifici insicuri…) stazionano nel dimenticatoio!

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Scuola, ancora una conferma sul ritorno al passato ultima modifica: 2022-04-05T04:40:39+02:00 da
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