Gilda Venezia

Crolla il numero degli alunni in Italia. E nei prossimi anni si assottiglieranno le chance di rientro a casa per i tantissimi docenti fuorisede e per i precari della scuola che sognano la cattedra fissa. Per il prossimo anno, il ministero dell’Istruzione ha garantito lo stesso organico del personale docente e Ata (Amministrativo, tecnico e ausiliario) dell’anno in corso. Lo scopo è quello di scaricare le classi pollaio e di garantire personale aggiuntivo alle scuole per fronteggiare la pandemia da Coronavirus ancora in atto. Ma nei prossimi anni il calo delle cattedre ci sarà e, con la riforma delle pensioni al palo, le possibilità si ridurranno per tutti: supplenti e docenti di ruolo.

La stima del ministero dell’Istruzione sul numero degli alunni per settembre è di 123mila unità in meno. Il dato è stato comunicato ieri ai sindacati nel corso dell’informativa sugli organici del personale non docente. Un calo che porterà il totale degli alunni delle scuole statali italiane dagli attuali 7milioni e 407mila a 7milioni e 284mila. E ben presto si scenderà sotto i 7 milioni. Se è vero che le stime sulla popolazione condotte dall’Istat prevedono un calo ulteriore nei prossimi anni. Estrapolando il dato dei bambini e ragazzi in età scolare, dai 3 ai 18 anni, l’istituto nazionale di statistica prevede un decremento di ulteriori 726mila unità nei prossimi 5 anni.

E il taglio agli organici è dietro l’angolo. Nel Def (il Documento di economia e finanza) per il 2022 approvato lo scorso 6 aprile si traccia l’andamento previsto dell’economia a breve e lungo termine.  Il documento contiene una sforbiciata alle risorse da destinare al settore istruzione pari a mezzo punto di Pil in cinque anni. I sindacati della scuola sono letteralmente saltati dalla sedia. Per la Uil scuola, si tratta di un taglio prossimo ai 7 miliardi di euro. Per la Gilda degli insegnanti, “è inaccettabile che, dopo anni di tagli, sulle risorse destinate alla scuola si abbatta ancora la scure della politica”. Il decremento è dovuto, almeno in parte, al calo demografico e al minore fabbisogno di docenti.

E con meno cattedre in organico le possibilità di spostamento, e avvicinamento a casa, per i docenti vincolati nella sede di prima assunzione si riducono. Secondo il Comitato nazionale docenti vincolati, gli insegnanti che sperano di rientrare almeno nella provincia di residenza sono 67mila. Questi adesso si augurano che non venga tagliata loro anche la possibilità di avvicinarsi alla famiglia per un solo anno attraverso le assegnazioni provvisorie. Ma non solo. Con la riforma delle pensioni rimasta al palo per il sopraggiungere della guerra in Ucraina e per il caro bollette, il turn over renderà disponibili sempre meno cattedre.

Fino all’anno scorso i docenti stanchi del loro lavoro hanno potuto fruire della possibilità di uscita anticipata offerta da Quota cento: in pensione con 38 anni di servizio e 62 di età. Ma dal prossimo anno si tornerà ai limiti imposti dalla legge Fornero: 67 anni di età. E anche per i precari della scuola che aspettano l’occasione buona per stabilizzare la propria condizione lavorativa le possibilità si ridurranno con il taglio delle cattedre all’orizzonte.

.

.

.

.

.

.