di Ilaria Venturi, la Repubblica, 7.7.2020
I presidi: “Bene, ma non si dimentichino gli studenti”.
Lo aveva annunciato a Repubblica il ministro della Salute, Speranza. Esami due settimane prima del via alle lezioni.
Il test sierologico ai docenti? “Bene, ma non dimenticate gli studenti”. I presidi accolgono favorevolmente le ultime indicazioni del Comitato tecnico scientifico, che già aveva ipotizzato i controlli per il rientro a scuola a settembre. Ora il governo ci sta lavorando. Il ministro alla Salute Roberto Speranza lo aveva anticipato a Repubblica: “Ci saranno test sierologici sui lavoratori, molecolari sulla popolazione scolastica. Un monitoraggio costante”.
Due settimane prima dell’inizio dell’anno scolastico gli insegnanti e il personale Ata (segretari e bidelli) dovranno effettuare il test sierologico e chi risulterà positivo sarà sottoposto al tampone e, in caso di conferma, scatterà la quarantena. È questa l’indicazione che il Comitato tecnico scientifico ha consegnato al governo e il senso del provvedimento è quello di evitare che si creino focolai al rientro tra i banchi.
“Se ha un senso, ovvero se la finalità è non far entrare il virus a scuola perché il rischio di focolai è immediato, ben volentieri. E comunque non bisogna dimenticare i controlli anche sui ragazzi” commenta Alessandra Francuccidell’associazione nazionale dirigenti scolastici (Andis). Mancano i dettagli, anche perchè si tratterebbe di uno screening a tappeto, sebbene non obbligatorio, su grandi numeri.
Favorevoli tutti i sindacati, che oltre ai ‘sierologici’ invocano i tamponi e il medico scolastico per gli istituti. Su questo il segretario della Flc Cgil, Francesco Sinopoli, pone una questione: “Chi si farà carico della gestione della situazione in caso di nuovi positivi? Bisogna introdurre quella professione per rafforzare un presidio sanitario che segua le scuole”. Una figura che, secondo i sindacati, potrebbe essere recuperata grazie a risorse stanziate con i fondi del Mes, previste per la sanità indiretta. “Test e presidi sanitari sono comunque cose importantisisme che garantiscono tutti e contribuiscono alla ripartenza. Non basterà – continua Sinopoli – ma è un pezzo importante”.
Favorevole Rino Di Meglio della Gilda: “Un elemento in più di sicurezza. Se poi mettessimo degli scanner per la misurazione della temperatura all’ingresso delle scuole sarebbe ancora meglio”.
“Un percorso importante che avevamo sollecitato – aggiunge Lena Gissi, segretaria Cils Scuola – siamo preoccupati nelle realtà dove c’è un alto tasso precarietà, per questo molti test non potranno essere fatti prima dell’avvio dell’anno scolastico. E poi deve essere garantita la copertura in caso di esito positivo dei tamponi. L’ideale sarebbe l’assegnazione di organico aggiuntivo da mettere in campo in caso di assenze”.
Il problema delle aule: come misurare le distanze?
Quello del test non è l’unica cosa ancora incerta che sta mettendo in difficoltà i dirigenti scolastici ora alle prese soprattutto con la misurazione delle aule. “Abbiamo chiesto al comitato tecnico scientifico di chiarire se il metro di distanza debba essere intenso in senso statico o dinamico” spiega Giannelli. Il distanziamento va cioè mantenuto quando i ragazzi sono seduti nei banchi o anche quando si muovono all’intenro delle aule e della scuola? “Speriamo in una risposta a breve, fondamentale visto l’urgenza di risolvere il problema degli spazi. I docenti hanno paura di questo rientro? Non mi pare – continua Giannelli – hanno riaperto tutti i settori, ha senso tornare a scuola”.