di Alessandro Giuliani, La Tecnica della scuola, 4.3.2020
– Ecco dove e perché –
A partire da giovedì 5 marzo, fino al 15 marzo, rimarranno chiuse tutte le scuole e le università collocate nelle zone cosiddette “rosse” (Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna), dove sono presenti i focolai del Coronavirus; nelle altre zone, invece, durante lo stesso periodo, si procederà alla sola sospensione delle attività didattiche. Lo prevede il Dpcm prediposto dal premier Giuseppe Conte e dai ministri, la cui pubblicazione ufficiale è prevista in serata. La conferma delle differenti soluzioni sullo stop alle attività scolastiche giunge anche da alcune fonti attendibili del ministero dell’Istruzione.
L’annuncio ufficiale
La decisione, annunciata in conferenza stampa dal premier Giuseppe Conte e dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, è stata presa perché nelle zone “non rosse” il numero di individui contagiati è fortemente ridotto rispetto a quelle dove sono presenti i focolai.
Cosa deve fare il personale
Questo significa che dove è prevista la sospensione delle attività didattiche, il personale Ata dovrà recarsi regolarmente a scuola.
Anche gli insegnanti dovranno presentarsi a scuola, qualora vi siano delle riunioni o degli incontri collegiali programmati e non posticipati dalla dirigenza.
Ecco la bozza del decreto (clicca qui per scaricare il pdf)
“Noi della trasparenza abbiamo fatto sempre la nostra regola d’azione”, dice il premier Conte spiegando che, sulla chiusura delle scuole, questa mattina “era stato chiesto al comitato tecnico-scientifico un ulteriore approfondimento”. Per questo “la notizia che è fuoriuscita è stata totalmente improvvida”.
Alle ore 18.00 del 4 marzo, sono 2.706 i malati in Italia, con un incremento di 443 persone in più rispetto a ieri. I morti sono 107, cioè 28 in più di ieri.
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Che cos’è il Coronavirus
Il 9 gennaio 2020 l’OMS ha dichiarato che le autorità sanitarie cinesi hanno identificato un nuovo ceppo di coronavirus mai identificato prima nell’uomo: il 2019-nCoV. Il virus è associato a un focolaio di casi di polmonite registrati a partire dal 31 dicembre 2019 nella città di Wuhan, nella Cina centrale.
Le FAQ dell’Istituto Superiore di Sanità
L’11 febbraio, l’OMS ha annunciato che la malattia respiratoria causata dal 2019-nCoV è stata chiamata COVID-19 (Corona Virus Disease).
Non esistono trattamenti specifici per le infezioni causate dai coronavirus e non sono disponibili, al momento, vaccini per proteggersi dal virus. La maggior parte delle persone infette da coronavirus comuni guarisce spontaneamente.
Riguardo il nuovo coronavirus 2019-nCoV, non esistono al momento terapie specifiche, vengono curati i sintomi della malattia (così detta terapia di supporto) in modo da favorire la guarigione, ad esempio fornendo supporto respiratorio.
È possibile ridurre il rischio di infezione, proteggendo se stessi e gli altri, seguendo alcuni accorgimenti: lavati spesso le mani (dopo aver tossito/starnutito, dopo aver assistito un malato, prima durante e dopo la preparazione di cibo, prima di mangiare, dopo essere andati in bagno, dopo aver toccato animali o le loro deiezioni o più in generale quando le mani sono sporche in qualunque modo).
In ambito assistenziale (ad esempio negli ospedali) segui i consigli degli operatori sanitari che forniscono assistenza.
Non è raccomandato l’utilizzo generalizzato di mascherine chirurgiche in assenza di sintomi.
- Se hai una qualsiasi infezione respiratoria copri naso e bocca quando tossisci e/o starnutisci (gomito interno/fazzoletto).
- Se hai usato un fazzoletto buttalo dopo l’uso.
- Lavati le mani dopo aver tossito/starnutito.
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Scuole chiuse o lezioni sospese fino al 15 marzo? ultima modifica: 2020-03-04T20:58:24+01:00 da