Sicurezza, l’80% delle scuole non è norma

di Alessandro Giuliani, La Tecnica della scuola, 13.8.2018

–  Si fa lezione grazie ai sindaci, la Liguria chiede aiuti  –

“Circa l’80% degli edifici scolastici del nostro Paese non è oggi a norma e i ragazzi entrano in aula su responsabilità del sindaco”. A dirlo, il 13 agosto, è stato il governatore ligure Giovanni Toti, a margine di un sopralluogo effettuato in una scuola a Sarzana, in provincia di La Spezia: l’istituto Poggi Carducci, un edificio a rischio sismico.
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Il governatore Toti: servono progetti, risorse e regole semplici

“Per non far correre rischi ai nostri ragazzi serve un grande piano nazionale per mettere in sicurezza gli edifici pubblici, la maggior parte senza certificazione sismica”, ha detto Toti, anticipando quanto chiesto al Governo.

“Qui troveremo una soluzione transitoria, – spiega – ma servono progetti, risorse e regole semplici per intervenire in tutti gli edifici scolastici di Italia. Chiederò alla Conferenza delle Regioni di proporre al Governo un confronto in vista della prossima Legge di Stabilità”.
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Pochi investimenti

Per il presidente della Liguria, i finanziamenti previsti sono molto al di sotto delle esigenze: “esiste – ha detto – un gigantesco tema nazionale sull’edilizia scolastica. Di fronte a un riparto di edilizia che la conferenza delle regioni farà a settembre che vedrà alla Liguria assegnati circa 30 milioni, avremo solo oggi oltre 160 milioni di lavori a cui far fronte. Siamo in media con il resto d’Italia”.

Secondo Toti, “occorre investire miliardi di euro in un piano di intervento di riqualificazione di edifici pubblici come scuole, ospedali, case di riposo, tribunali, uffici pubblici e modificare in questo senso il codice degli appalti perché se dovessimo rispettare tutti i passaggi previsti dalla nuova normativa i lavori preventivati questa estate probabilmente non partirebbero in tempo. Occorre agire con una procedura semplificata e velocizzata”, ha concluso il governatore ligure.

Perché c’è da preoccuparsi: la denuncia Anp

La situazione riguarda moltissime scuole: solo qualche giorno fa, il sindaco di Messina ha ordinato la chiusura di tutti gli istituti. Come già scritto dalla Tecnica della Scuola, Anp ha di recente scritto al ministro, che “una scuola su quattro” ha una “manutenzione inadeguata e solo il 3% in ottimo stato di manutenzione. Non dobbiamo attende una tragedia per renderci conto dell’urgenza della questione”.

Il sindacato dei presidi ha qundi ricordato che “il 23% delle scuole presenta uno stato di manutenzione del tutto inadeguato. La media nazionale di investimento in manutenzione straordinaria annua per singolo edificio degli ultimi 5 anni è di 20.535 euro. Oltre il 41% delle scuole si trova in zona sismica 1 e 2 e solo il 12,3% delle scuole presenti in queste aree risulta progettato o adeguato alla normativa tecnica di costruzione antisismica”.

E ancora: “La metà delle scuole non ha mai ricevuto dall’ente proprietario il certificato di idoneità statica, di collaudo statico, di agibilità e di prevenzione incendi. Gli impianti elettrici sono completamente a norma in meno di un’aula su quattro e soltanto nel 15% delle palestre e nel 9% delle mense. Nel 18% delle scuole a più piani, non sono presenti scale di sicurezza, né vi sono uscite di sicurezza sui corridoi”.
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Controlli e sanzioni non bastano

La conclusione, sempre per il sindacato dei capi d’istituto, è che “se non si interviene in modo deciso sugli Enti Locali cui destinare risorse economiche adeguate per gli interventi di messa in sicurezza degli edifici scolastici, a nulla serviranno controlli e sanzioni”.

Anp, infine, ricorda che il 18 aprile scorso, “il Ministero dell’interno ha diramato una nota che sembra indirizzare l’attività di controllo a carico dei dirigenti scolastici con la pretesa che siano solo questi ultimi a dover risolvere le diffuse e vistose carenze edilizie con misure di carattere meramente organizzativo, non considerando che la proprietà degli immobili è degli Enti locali”.

“Onorevoli Ministri, l’Anp chiede di porre la massima attenzione sulla questione della sicurezza degli edifici scolastici che accolgono quotidianamente per molte ore milioni di cittadini (studenti e lavoratori), al fine di colmare il divario esistente tra la qualità delle strutture scolastiche e le prescrizioni di legge”, conclude il sindacato.
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I timori per la chiusura di ItaliaSicura/Scuole

Solo pochi giorni fa, ItaliaSicura/Scuole ha fatto sapere che “il Governo in carica non ha rinnovato il mandato della Struttura di Missione per la riqualificazione dell’edilizia scolastica presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri“. Si interrompe qui, sempre a detta di ItaliaSicura/Scuole, l’investimento prodotto dagli ultimi due governi Pd: 10 miliardi per l’edilizia scolastica di cui oltre 5 già spesi da Comuni, Province e Città Metropolitane per interventi di messa in sicurezza e realizzazione delle scuole. Sono stati edificati oltre 300 nuovi edifici scolastici in tutta Italia e le task force edilizia scolastica hanno monitorato sul campo oltre 2.100 interventi in 15 regioni.

ItaliaSicura/Scuole – si legge nel sito dell’organismo – ha inoltre compiuto un’azione quotidiana di supporto e guida per le Amministrazioni locali che hanno sempre trovato nell’ufficio un punto di riferimento. L’operazione #Sbloccascuole, avviata da #Italiasicura nel 2014 e replicata fino al 2018 ha permesso allentamenti dei vincoli di bilancio degli Enti locali per 1.196 milioni di euro che hanno finanziato oltre 1.000 interventi di edilizia scolastica“.

Da fonti del Governo, però, sono giunte rassicurazioni: i cantieri sulla sicurezza non chiudono affatto, anzi a breve sarà reso pubblico il programma di rilancio del progetto utile alla manutenzione e ristrutturazione degli edifici scolastici non a norma.

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Sicurezza, l’80% delle scuole non è norma ultima modifica: 2018-08-14T04:43:10+02:00 da
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