Il caso del prof minacciato a Lucca si è chiuso con tre studenti bocciati e altri tre sospesi. D’altronde non si poteva decidere altrimenti. Eppure l’interrogativo, pur volendo evitare l’allarmismo, si pone: non è che la scuola italiana è diventata troppo “buonista”? Gli approcci pedagogici cambiano – per fortuna – e le strade si arricchiscono di nuove soluzioni nel rapporto fra insegnanti e studenti, senza dubbio. Però pure i numeri qualcosa ancora racconteranno.
E cosa dicono questi numeri? Spiegano che, a quanto pare, nella scuola superiore di secondo grado – insomma, i licei e gli istituti – il cinque in condotta è sparito. Volatilizzato. Il Fatto Quotidiano mette insieme le cifre ufficiali del ministero dell’Istruzione svelando che solo lo 0,10% degli studenti delle superiori incassa un voto insufficiente per il comportamento scolastico. Non una sorpresa: lo scorso anno, d’altronde, la valutazione numerica per la condotta è stata abolita alle mediecol decreto legislativo 62 del 2017, uno dei tanti attuativi della cosiddetta riforma della “Buona scuola” voluta dal governo Renzi.
Negli altri gradi d’istruzione, invece, rimane sebbene solo come sorta di extrema ratio, esattamente come avverrà per i due studenti sospesi per più di 15 giorni all’Itc Carrara: si usa solo per ratificare una pesantissima sospensione. Altrimenti, e forse a torto, è svuotato di significato.
Su quasi due milioni di iscritti dal primo al quarto anno solo 1.
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Solo lo 0,10% degli studenti sotto il 6 in condotta, la scuola è troppo buonista? ultima modifica: 2018-04-29T09:03:22+02:00 da