Classi pollaio: nonostante gli annunci, alle superiori sono aumentate (+24% nelle prime classi)

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TuttoscuolaNews, n. 1070 del 27.2.2023.

A parte il Classico, in aumento dappertutto.

Gilda Venezia

I ministri passano, ma i problemi spesso restano. Annunciano programmi e obiettivi, ma poi quando si tratta di misurarne il raggiungimento spesso hanno già passato la mano, e in pochi vanno a fare i conti.

È il caso, ad esempio, delle “classi pollaio” (i lettori ricorderanno lo specifico Dossier di Tuttoscuola con dati e proposte), una questione che, pur non rappresentando certamente il problema più importante del nostro sistema d’istruzione, costituisce comunque una situazione critica per centinaia di migliaia di alunni, molti dei quali, a causa dell’elevata numerosità in cui vivono quotidianamente, sono posti in condizioni meno favorevoli all’apprendimento, con effetti in alcuni casi sul rischio di abbandono.

E non è nemmeno facile per tanti docenti gestire in quelle condizioni un efficace insegnamento. Indubbiamente la riduzione della numerosità delle classi può favorire una più funzionale organizzazione della didattica, ed è un prerequisito fondamentale per la ambita personalizzazione.

Non c’è ministro dell’istruzione negli ultimi 15 anni almeno che non abbia assicurato l’impegno a mettere nel mirino le classi pollaio. Per l’ex ministro Patrizio Bianchi (Governo Draghi) il sovraffollamento delle classi era “una priorità assoluta”. “E’ un argomento di cui mi sono occupato fin da subito“, spiegò Bianchi rispondendo a un question time alla Camera a settembre 2021. “Bisogna mettere mano al rapporto strutturale tra docenti e studenti“. E poi: “Abbiamo la conoscenza millimetrica del problema e ci stiamo lavorando con interventi mirati“. Cosa è stato fatto?

Il fenomeno va valutato sulle classi di nuova costituzione, cioè le prime (quelle successive non possono certo essere sdoppiate in corso di ciclo, possono solo vedersi ridotta la numerosità in maniera “naturale” a causa di abbandoni e bocciature). Ebbene quest’anno (in cui l’organizzazione del servizio, a partire dagli organici e dalle classi, è stata interamente gestita da Bianchi, in coordinamento con il collega del MEF Franco) le prime classi delle superiori con oltre 27 alunni sono passate dalle 1.981 (7,9% del totale) del 2021-22 alle 2.459 (9,8%): un incremento del 24%!

Come aveva avvertito Tuttoscuola, la legge finanziaria 2022, invece di modificare i parametri per la formazione delle classi previsti dal dpr 81/2009 (misura strutturale), si limitava a prevedere la riduzione del numero delle classi pollaio soltanto nelle scuole caratterizzate da valori degli indici di status sociale, economico e culturale e di dispersione scolastica, con il rischio concreto di non riuscire a incidere in modo complessivo sul fenomeno. Ed ecco i risultati.

Nelle notizie successive un approfondimento esclusivo, con dati e analisi.

Secondo l’ex ministro Bianchi l’anno scorso le classi pollaio (le sovraffollate, come preferiva chiamarle) erano il 2,9%, una percentuale probabilmente riferita alle classi di tutti i settori; ma se si esamina soltanto il settore della secondaria di II grado la percentuale di classi con oltre 27 studenti era stata più elevata: 3,9% (4.796 classi su 124.120), di cui 1.981 (7,9%) classi del primo anno.

Per quanto riguarda gli istituti tecnici, indicati da Bianchi come i più affollati, la percentuale di classi (dal primo al quinto anno) con oltre 27 studenti era del 3,4%, mentre per quelle del liceo scientifico era del 6% e per quelle del liceo classico del 4,1%.

Ma proprio in riferimento agli istituti tecnici, c’è stata nelle nuove prime classi un’inversione di tendenza per ridurre in valori assoluti e percentuali le classi con oltre 27 studenti? Vediamo.

Nel 2021-22 le prime classi dei tecnici con oltre 27 studenti per classe erano state 572, il 6,8% di tutte le prime. Quest’anno sono 757, il 9% delle classi del primo anno. Un incremento del 32%.

Se Bianchi fosse ancora ministro, come giustificherebbe questo risultato che smentisce nettamente l’impegno a suo tempo dichiarato?

Potrebbe consolarlo il fatto che complessivamente il numero delle classi con oltre 27 studenti nei diversi settori è passato da 4.796 (3,9%) dell’anno scorso a 4.679 (3,8%) di quest’anno.

Poiché però l’obiettivo di superamento delle “classi pollaio” si può misurare – come ricordato – non sulle classi già esistenti, ma su quelle di nuova costituzione, cioè le prime, vediamo nel dettaglio cosa è successo.

Detto dei tecnici, per i licei scientifici l’anno scorso le prime classi sovraffollate erano state 842, pari al 13,4% di tutte le classi del primo anno, ma, ahinoi, sono salite a 1.039 (16,6%) nell’anno corrente.

Gli ex-istituti magistrali (ora licei delle scienze umane) l’anno scorso hanno avuto 157 (7,4%) classi prime “pollaio” che quest’anno sono salite a 218 (10,3%).

Anche le prime classi degli istituti professionali hanno registrato un incremento, passando da 109 (2,5%) a 129 (3%).

È andato un po’ meglio nei licei classici che dalle 256 prime classi (9,7%) dell’anno scorso sono scesi a 233 (9%) di quest’anno.

Nel complesso, se la riuscita dell’azione ministeriale si misura sulle variazioni relative alle nuove classi costituite,non si può certamente ritenere un successo il fatto che le prime classi con oltre 27 alunni sono passate da 1.981 (7,9%) a 2.459 (9,8%): un incremento del 24%. E meno male che era una priorità assoluta…

Classi pollaio: nonostante gli annunci, alle superiori sono aumentate (+24% nelle prime classi) ultima modifica: 2023-02-27T20:48:17+01:00 da
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