Cosa succede a scuola il 7 gennaio? Probabilmente nulla…

di Stefano Battilana, InfoDocenti.it, 17.12.2020.

Gilda Venezia

Le riaperture affidate ai Prefetti oppure rinviate su proposta del CTS?

Due sono le indiscrezioni di oggi relativamente alla ripresa delle scuole dopo la pausa natalizia, il 7 gennaio: il Comitato Tecnico Scientifico (CTS) è spaccato sull’opportunità di riaprire le scuole, temendo una terza ondata del contagio e i Prefetti, cui è affidata la gestione della riapertura delle scuole superiori non permetteranno una DAD inferiore al 75 %, aprendo così sostanzialmente alla dilatazione per legge dell’orario scolastico. Ecco alcune preoccupate considerazioni, purtroppo ancora attuali, scritte all’indomani dell’ultimo DPCM.

Il recente DPCM del 3 dicembre, relativo alle misure nazionali di contenimento del Covid 19, all’art. 1 comma 10 lettera “s” stabilisce che, a partire dal 7 gennaio 2021, anche le scuole secondarie di secondo grado riprendano le attività didattiche in presenza al 75 % della popolazione studentesca e che, in ultima analisi, sarà il Prefetto a decidere le modalità della frequenza. Certo, le misure da adottare sono proceduralmente demandate a un tavolo di coordinamento (l’ennesimo) composto da USR, Enti locali, ministeri e responsabili dei trasporti locali, con il compito di elaborare un “documento operativo”, il quale comunque verrà redatto definitivamente dal Prefetto di ogni provincia.

Insomma, la riapertura delle scuole è diventata un problema di ordine pubblico e non più una questione didattica, ma c’è da chiedersi cosa potrà cambiare da adesso al 7 gennaio, affinché si possa raggiungere tale importante obiettivo, cioè il distanziamento degli studenti. Le alternative poste dal DPCM sono in sostanza due: o verranno potenziati i trasporti e adeguati gli spazi scolastici durante le festività natalizie o si interverrà normativamente sugli orari scolastici apportando modifiche d’ufficio al fine di raggiungere il risultato richiesto. Direi che la prima possibilità sia piuttosto esclusa, innanzitutto perché è da mesi oggetto di discussione senza sostanziali risultati e dubitiamo che con l’anno nuovo, ormai a ridosso, ci verrà fornita la lieta novella. È molto più probabile che verrà intrapresa la seconda strada, con buona pace di quanto si sta sostenendo da tempo e cioè che i doppi turni o i turni pomeridiani sono impercorribili, poiché è sufficiente guardare una anagrafica studenti per rendersi conto che molti di loro fanno del pendolarismo di lunga tratta, anche con uso di più mezzi. Inoltre, gli orari delle scuole incrociano più fattori, oltre a quelli delle corse studentesche, quali l’orario dei docenti curricolari, l’orario dei docenti di sostegno, l’orario degli educatori e l’orario dei trasporti degli studenti disabili, oltre che gli orari di docenti su più sedi. Chi parla di modifiche all’orario scolastico dovrebbe conoscerne la reale complessità e non pensare di applicare quanto indicato. Nel testo citato si ipotizza, come se nulla fosse, di poter applicare una modifica completa degli orari di docenti, studenti, personale di scuola. Un dilemma, fra riapertura e paventata terza ondata, che davvero ci preoccupa, per come si presenta irrisolvibile e drammatico.

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Cosa succede a scuola il 7 gennaio? Probabilmente nulla… ultima modifica: 2020-12-17T08:19:19+01:00 da

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