Dedicato ai genitori ed ai cittadini non insegnanti

Gilda Venezia

di Pier Vincenzo, La nostra scuola, 7.6.2022.

Gilda Venezia

I genitori di oggi come pensano che si svolga la giornata scolastica dei loro figli? Ricordando il proprio percorso di studi, immaginano che a scuola, durante le 5/6 ore, si faccia lezione, in vario modo, ma comunque lezione (frontale, con l’uso dei vari sussidi didattici, con metodologie coinvolgenti, ecc. ecc.), con docenti più o meno severi, con necessari momenti di pausa, di svago, di socializzazione. Le lezioni mattutine, come tutti ricordano, erano scandite dall’alternarsi delle varie discipline, con relative spiegazioni, approfondimenti, verifiche, ecc. ecc. Salvo rarissime eccezioni (tipo gita scolastica, visita guidata o altro), i ragazzi potevano fruire, durante le loro giornate, di una trasparente offerta didattica seguita, nel pomeriggio, dal necessario studio ed approfondimento, individuale e/o di gruppo. Il tutto finalizzato a far apprendere conoscenze, contenuti, saperi indispensabili per acquisire cultura, capacità, competenze….

OGGI NON E’ COSI’. Quel modello di scuola, grazie al quale le varie generazioni si sono formate, col quale l’Italia è diventata uno dei Paesi più avanzati del mondo, non esiste più: negli ultimi 25/30 anni un esercito di picconatori, etichettabili con tutti i colori politici, sta incessantemente agendo per distruggere la scuola statale italiana, imponendo un nuovo modello di formazione illogico, autoritario, privatistico, affaristico.

Cerchiamo di chiarire le cose in modo semplice, sempre per i genitori e per i cittadini “non addetti ai lavori”. Partiamo dal fatto che bisogna dimenticare i pilastri della formazione del passato, quelli che una volta erano definiti “programmi nazionali” e che comprendevano, per ogni disciplina, un insieme di indicazioni, argomenti, saperi nel rispetto dei quali ogni docente, tutelato dal sacrosanto principio della libertà d’insegnamento (sancito dalla Costituzione), elaborava il proprio programma di lavoro… Oggi esiste un “progetto”, caratteristico di ogni istituto, che inizialmente si chiamava sinteticamente “POF” (Piano Offerta Formativa), ora il nome è ancora più simpatico, ovvero “PTOF” (la T in più sta per triennale, nel senso che se ne approva uno ogni tre anni, con riserva di modifiche in corso d’opera). Vi risparmio il contenuto, consistente in un mare di chiacchiere, regolamenti, burocrazia ed altra mercanzia varia, per arrivare al dunque: a cosa serve realmente questo “piano”? A mettere in concorrenza le scuole tra di loro, manco vendessero prosciutti o panettoni e, soprattutto, ad esporre un elenco di mirabolanti attività destinate ad “arricchire” (in realtà a sostituire) gran parte delle ore di lezione (e del necessario studio pomeridiano): parliamo dei “Progetti”, in gran parte finanziati con i soldi dello Stato e della Comunità Europea e che comprendono svariati titoli e tematiche, tutti ampiamente pubblicizzati, visto il gran giro di denaro che ruota intorno e che potrebbe, invece, essere destinato a creare classi meno numerose (e posti di lavoro stabili), unica vera possibilità per individualizzare l’insegnamento, secondo i bisogni e le necessità degli allievi… La scuola, in questo modo, è diventata “progettificio”: gli ex presidi, ora dirigenti, sono diventati dei monarchi (più o meno assoluti), circondati da una ristretta corte di docenti ormai “specializzati” nella continua produzione e moltiplicazione di una marea di burocrazia, prima cartacea, ora digitale, destinata a togliere il sonno e a sfidare la pazienza del resto dei “docenti”, quelli che vorrebbero fare lezione, che pretendono che i propri allievi studino, mostrino impegno: insegnanti che ancora oggi sono in maggioranza, purtroppo divisi tra ignavi, rassegnati, resistenti con seri rischi per la propria ulcera e per la propria serenità…

Questo “mirabolante nuovo mondo delle competenze” odia e persegue la lezione frontale e le conoscenze, i contenuti sono ritenuti roba preistorica, malgrado il buon senso e l’esperienza dimostrino che senza solide conoscenze non è possibile acquisire competenze. Se non conosco, come posso agire? Vi affidereste ad un chirurgo abile nel tagliare, ma povero di conoscenze scientifiche? Scegliereste, per la costruzione di uno stabile, un ingegnere che rifiuta di porre le fondazioni (le conoscenze, la base del sapere) per edificare direttamente i vari piani?….

In nome di questa nuova scuola, che qualcuno ha sfacciatamente definita perfino “buona”, i vostri figli vengono ogni giorno (o quasi) sottratti alle necessarie ore di lezione per essere “bombardati” con iniziative le più varie (per carità, ne esistono anche di lodevoli, ma son poche), dalla mattina al pomeriggio. Sulla pelle degli ex studenti, ormai considerati e trattati come clienti, gira un mare di denaro.
Ogni progetto comprende, tra l’altro, un direttore (il preside), dei docenti proponenti, degli esperti, un coordinatore amministrativo, un non docente. Ovviamente questi soggetti percepiscono un compenso più o meno elevato, a seconda della mansione e dell’impegno.
Questo mare di progetti costituisce un consolidato obiettivo di arrotondamento dello stipendio per gli “specialisti” che, in ogni scuola, dedicano gran parte delle proprie energie alla realizzazione ed alla pubblicizzazione di queste iniziative. In altre parole, i sostenitori di queste iniziative (che, al massimo potrebbero costituire un arricchimento del normale piano di studi) mirano apertamente a sostituire il modello di scuola che conosciamo (e che tutto sommato, fino agli anni settanta/ottanta, ha sempre fruttato buoni risultati) con un modello verticistico, gerarchizzato, burocratizzato, cui ogni docente deve essere assoggettato.
Un modello che ripudia la lezione frontale, lo studio delle conoscenze, dei saperi. Il ministro addirittura prefigura la cancellazione delle singole discipline e un piano di “addestramento” continuo dei docenti, per uniformarli al modello unico…

Per ora ci fermiamo, evidenziando un aspetto non secondario della questione: questa “nuova” scuola nasce da un parto scaturito da soggetti fortemente “motivati e interessati”: una associazione dei dirigenti (fortunatamente i presidi non sono tutti così), una costola della fondazione Agnelli, diversi gruppi privati, una miriade di enti che attingono a piene mani ai fondi dei cittadini ed alle tasche dei docenti (e degli aspiranti tali). Per averne conferma, provate a navigare sulle pagine web specializzate sul mondo della scuola e potrete constatare di cosa parliamo…
Il tutto nel silenzio e nell’ignavia dei mezzi di comunicazione, in gran parte asserviti, complici più o meno consapevoli dello sfascio culturale in atto, a danno dei cittadini del futuro…

 

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Dedicato ai genitori ed ai cittadini non insegnanti ultima modifica: 2022-06-08T06:40:55+02:00 da
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