Non varrà più solo la visione medica (ma non subito).
Il Governo vara le nuove modalità di accertamento della condizione di disabilità civile e la realizzazione del progetto di vita individuale, personalizzato e partecipato della persona con disabilità. La novità arriva con l’approvazione in Consiglio dei ministri di due decreti attuativi della legge quadro sulla disabilità, i cui contenuti sono stati annunciati dalla ministra per le disabilità Alessandra Locatelli: l’intento, ha detto, è sburocratizzare, snellire e semplificare le procedure.
La norma “cambia l’approccio alla disabilità” e “mette le persone al centro con obiettivo di consentire loro di vivere e partecipare alla vita sociale secondo un principio di uguaglianza”, ha detto la premier Giorgia Meloni al termine del CdM.
La nuova normativa, inoltre, si allinea all”Agenda Europea 2021/2030 e al Pnrr: la riforma sarà graduale, perchè dal primo gennaio del 2025 si adotterà in via sperimentale solo in alcune aree del Paese per consentire l’aggiornamento delle definizioni, dei criteri e delle modalità di accertamento. Per poi entrere a regime nel 2026.
Il procedimento unitario e soprattutto unificato per l’accertamento dell’invalidità civile sarà infatti affidato dal 1° gennaio 2026 all’Inps. “Un giorno importante e rivoluzionario” perchè, ha puntualizzato Locatelli, “adesso le persone spesso si ritrovano con patologie cronico degenerative accertate a dover rifare le visite di controllo dopo 2-3 anni e questo non è giusto e dignitoso”.
Sulla valutazione multidimensionale, ha chiarito la ministra, “introduciamo il progetto di vita: significa che mentre ora le persone sono costrette a bussare ai servizi sanitari, territoriali e alla scuola, noi diciamo che bisogna fare un’unica conferenza dei servizi, una équipe multidimensionale che in unico documento dà le risposte ai bisogni della persone”. In pratica, una sola commissione valuterà ciò di cui ha bisogno la persona, direttamente con lei.
I fondi a disposizione per l’attuazione sono 350 milioni di euro a partire dal 2026, a cui si aggiungeranno ogni anno 85 milioni.
Un comunicato del Consiglio dei ministri spiega che “il decreto risulta particolarmente innovativo rispetto all’attuale contesto normativo in particolare sotto cinque aspetti: nell’introdurre le definizioni di disabilità, della condizione di disabilità e della persona con disabilità, si prende le mosse dalla nuova prospettiva della “disabilità” non derivante più dalla mera visione medica dell’impedimento determinato dalla malattia o patologia ma intesa quale risultato dell’interazione tra persone con compromissioni e barriere comportamentali e ambientali che impediscono o limitano la partecipazione nei diversi contesti di vita; l’adozione dal 1° gennaio 2025 della classificazione internazionale delle malattie (lCD) dell’Organizzazione mondiale della sanità e della classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute (ICF).
Un altro aspetto sarà quello del procedimento unitario (e unificato) di valutazione di base, affidato all’INPS dal 1° gennaio 2026, finalizzato alla certificazione che accerti la sussistenza della condizione di disabilità, unificato al processo dell’accertamento dell’invalidità civile, della cecità civile, della sordocecità, degli alunni con disabilità, degli elementi utili alla definizione della condizione di non autosufficienza; il procedimento di valutazione multidimensionale per la predisposizione del progetto di vita: all’esito della valutazione di base, la persona con disabilità può chiedere di avviare il procedimento di valutazione multidisciplinare. Si tratta di una valutazione bio-psico-sociale; il diritto all’accomodamento ragionevole, con la previsione di un procedimento consistente in modifiche e adattamenti ritenuti necessari, purché non eccessivi o sproporzionati, per garantire alle persone con disabilità il godimento e l’esercizio dei diritti civili e sociali.
Per soddisfare “i fabbisogni standard, i livelli essenziali delle prestazioni (LEP) in favore delle persone con disabilità”, si prevede anche “l’istituzione di una Cabina di regia presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. Nelle more dell’individuazione dei LEP, la Cabina di regia individua concrete modalità – anche promuovendo collaborazioni tra pubblico, privati e terzo settore – per prevedere e garantire obiettivi di servizio”.
La Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap- Fish ha accolto “con favore” l’approvazione da parte del Consiglio dei ministri di altri due decreti applicativi della Legge Delega al Governo in materia di disabilità”, perché “modificherà sostanzialmente il nostro sistema”.
Invece, esprimono “forte preoccupazione e contrarietà” le associazioni Comitato 16 novembre, Confad (Coordinamento Nazionale Famiglie con Disabilità) , CoorDown (Coordinamento nazionale associazioni delle persone con sindrome di Down), Favo (Federazione Italiana Associazioni Volontari in Oncologia), Fida (Coordinamento Italiano Diritti Autismo) FightTheStroke Foundation (Persone con disabilità di paralisi cerebrale) e Uniamo (Federazione Italiana Malattie Rare).
Nel criticare il provvedimento, le associazioni si riferiscono anche “al Fondo per le politiche in favore delle persone con disabilità” e al suo azzeramento di “assegnazione per il 2023 (350 milioni”.
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Invalidità della persona, nuove regole: passa all’Inps ultima modifica: 2023-11-04T05:31:34+01:00 da