Lo sciopero dei fannulloni, avviata la delegittimazione

dal blog di Gianfranco Scialpi, 28.5.2022.

Gilda Venezia

Lo sciopero dei fannulloni. Da diritto a escamotage per non lavorare. Percepito come un impedimento per la ripresa. In tutto questo si dimenticano alcuni particolari importanti

Lo sciopero dei fannulloni, un articolo che fa riflettere

Lo sciopero dei fannulloni. Giudizio tranciante che non lascia spazio ai distinguo. Il quotidiano “Il Giornale” (28.05.22) così apre la prima pagina. In modo evidente è presentata la sua idea di sciopero. Un titolo diverso avrebbe meravigliato. Da quell’area è uscito R. Brunetta che più di dieci anni fa affibiò al pubblico impiego l’attributo di “fannulloni”. Oggi il Ministro si presenta più ammorbidito. Difficilmente però pensare a una conversione paolina.
Comunque tornando al titolo, l’attributo è fuorviante, in quanto l’articolista (Pier Francesco Borgia) riporta i dati dell’Autorità di Garanzia sugli scioperi nei servizi essenziali, lasciandosi andare solo in apertura su una valutazione inopportuna. Si legge, infatti:” Doveva essere una Repubblica (democratica) fondata sul lavoro. Col tempo, però, il nostro Paese sembra somigliare sempre più a una Repubblica fondata sullo sciopero “.
L’attacco è affidato a N. Porro. Il titolo anticipa il tono dell’intervento “Quello scenario ostile alla ripresa economica“. L’articolo si conclude in questo modo:” Nessun limite al diritto di scioperare, oltre a quelli già previsti dalla nostra legislazione (tutti aggiungo) ma non si può pensare che uno valga uno anche nel diritto al lavoro. Non tutte le organizzazioni sindacali hanno la stessa rappresentatività… Dirlo non vuol dire essere dei pericolosi reazionari, ma pensare che il lavoro e la ricchezza di una nazione dipendano dalla disponibilità del privato ad investire e a rischiare i propri quattrini per fare impresa

I motivi di disaccordo

Soprattutto l’articolo di Porro è un bellissimo sermone pro investitori. Calando il ragiomaneto anche nel pubblico e soprattutto nella scuola, occorre dire che la giornata di astensione costa al lavoratore. Non è una chiamata a una gita fuori porta. Ha un prezzo superiore ai 70 €. Inoltre, lo sciopero depotenziato dalla Legge 146/90 è lo strumento ultimo per far sentire la propria voce alla controparte che negli ultimi anni si è arricchita contraendo gli stipendi, ottimizzando i processi produttivi con turni di lavoro indecenti, pause spesso solo sulla carta, compiti assegnati senza retribuzione e altro ancora. Illuminante il lavoro di C. Lasch, la ribellione delle elite. Quindi N. Porro esprime un vittimismo elitario fuori luogo e poco concreto, in quanto l’imprendirore si muove solo dove ha un ritorno economico.
Sicuramente lo sciopero della scuola non parte bene, nonostante i temi siano importanti per il futuro dell’istituzione. Libero Tassella ha ben sintetizzato il profilo alleggerito di tutti quegli elementi tanto cari ai professori universitari: “Indifferenza, apatia, passività, qualunquismo, strafottenza, arroganza, ignoranza, cinismo, scetticismo, nichilismo, disfattismo, boicottaggio, ipocrisia la stanno facendo da protagonisti in questi giorni antecedenti lo sciopero.”

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Lo sciopero dei fannulloni, avviata la delegittimazione ultima modifica: 2022-05-29T06:26:52+02:00 da
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