Gilda degli insegnanti di Venezia, 28.8.2023
L’ultima sentenza del Tar ha promosso la studentessa di prima media bocciata con sei insufficienze a Tivoli dopo il ricorso dei genitori.
Ernesto Galli della Loggia, in un editoriale de il Corriere della Sera che riportiamo più sotto, pone una domanda semplice ma fondamentale: quali sono stati i provvedimenti del Ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara per difendere la posizione degli insegnanti?
In un’epoca in cui tali ricorsi sono sempre più frequenti, appare imperativo che il Ministro assicuri un’azione legale robusta e consistente per sostenere le decisioni dei consigli di classe. Tale intervento potrebbe scoraggiare le famiglie dal considerare la via legale come una semplice “passeggiata”. E, aspetto non secondario, sgravare gli insegnanti dalla mole di scartoffie che negli ultimi anni è diventata la prima incombenza a scuola.
Ma la puntualizzazione di Galli della Loggia va ben oltre il singolo caso di ricorso dal momento che l’opinione e gli interessi delle famiglie influenzano sempre di più le decisioni scolastiche.
Questa crescente “autonomia” ha trasformato le istituzioni educative in entità sempre più orientate verso i “consumatori”, ossia le famiglie. In questo scenario, i presidi, una volta figure autoritarie e rispettate, sono ora visti come addetti al “customer care”. Gli insegnanti, a loro volta, diventano bersagli quotidiani dei commenti e delle opinioni dei genitori nelle chat.
È ora di riflettere: quale dovrebbe essere il ruolo delle famiglie nel sistema educativo? Fino a che punto la legge dovrebbe intervenire nelle decisioni pedagogiche?
Di seguito il testo di Galli Della Loggia
Stavolta si annuncia da Tivoli il nuovo caso di bocciatura di un’alunna di prima media, con sei insufficienze, che su ricorso dei genitori il Tar ha dichiarato illegittima (per difetto di motivazione: nei nostri regolamenti scolastici perché si venga bocciati alla scuola dell’obbligo non bastano i voti: debbono ricorrere un numero di circostanze di sottile accertamento e di ancor più sottile interpretazione che al paragone la casuistica gesuita della Controriforma è una barzelletta) e che quindi presumibilmente diverrà una promozione.
Non m’intendo di legge, ma mi chiedo se il Ministro dell’Istruzione e del Merito (sic!) avendone la possibilità si sia fatto rappresentare in giudizio dall’Avvocatura dello Stato per sostenere la causa degli insegnanti. Anzi, poiché ricorsi al Tar del genere si moltiplicano da anni, mi sembrerebbe giusto che il Ministro di cui sopra avvertisse il Paese che d’ora in avanti si costituirà sempre in giudizio in tutti i gradi fino al Consiglio di Stato a difesa delle decisioni dei consigli di classe. Almeno i genitori denuncianti saranno avvertiti che il passo che vogliono intraprendere non sarà di sicuro una passeggiata e magari costerà anche qualcosina.
Il problema però è più generale, ed è quello delle leggi che hanno consentito una presenza sempre più intrusiva delle famiglie (del loro punto di vista, ma soprattutto del loro interesse a veder promossi i figli) in tutte le decisioni della scuola. Complice una ridicola «autonomia» concessa agli istituti scolastici, le famiglie sono divenute così una specie di permanente «comitato dei consumatori», i dirigenti scolastici – gli austeri, nobili presidi di un tempo – altrettanti patetici addetti al «customer care» e gli insegnanti sono i succubi quotidiani delle chat delle mamme e dei babbi. Mentre naturalmente, come ben si sa, la scuola italiana celebra ogni anno un successo dopo l’altro in tutti i test accreditati.»
Ma chi difende gli insegnanti dalle famiglie degli studenti? ultima modifica: 2023-08-28T05:26:24+02:00 da