dal blog di Gianfranco Scialpi, 9.1.2022.
Riapertura delle scuole, Il banco di prova per P. Bianchi. La scelta di far correre il virus o di convivere con il Covid è una scommessa. C’è un solo problema: sono coinvolte delle persone.
Riapertura delle scuole, la dichiarazione di P. Bianchi
Riapertura delle scuole. Il governo conferma decisamente la scelta. P. Bianchi ha così argomentato: “Il contagio non è avvenuto nelle scuole – ha detto – l’aumento dei casi è avvenuto in un momento in cui la scuola era chiusa. Se noi apriamo la scuola, diamo a tutti gli studenti la possibilità di essere presenti, di avere una situazione controllata e regolata” (Sky Tg24 8 gennaio).
La dichiarazione ha obiettivamente un fondamento. C. Costarelli (ANP Lazio e Roma) conferma che “Non è la scuola a generare positivi“. Quindi va contestualizzata la sua precedente dichiarazione che ammetteva la presenza di mille classi in Dad.
Il banco di prova per P. Bianchi
Questa mattina Il Manifesto titolava “Banco di prova” riferito alla decisione di riaprire le scuole dopo la pausa natalizia.
La questione del contributo interno alla scuola nella diffusione dei contagi, non è mai stata risolta. Una delle cause è la mancanza dei dati che il Mi non fornisce. A. Artini (Sussidiario.it) che partendo dal principio Conoscere per decidere scrive: “Aldilà dell’aspetto caricaturale, cosa sappiamo della querelle che oppone i presidi al ministro? Che dati abbiamo a disposizione? Quante sono le classi in quarantena? Quanti i docenti assenti? Neanche in sede regionale circolano dati. La mia scuola, l’Itis “Galilei”, si trova in Toscana, ad Arezzo, ma neppure l’Ufficio scolastico regionale pubblica dati. Eppure qualche “monitoraggio” anche loro lo fanno. Vien da pensare che lo facciano più per sapere come le scuole si comportano, che per elaborare i dati e offrire indicazioni alle scuole. Eppure i monitoraggi dovrebbero servire a “monitorare”, cioè a osservare, più che controllare. In sostanza, mi chiedo come sia possibile per l’opinione pubblica comprendere la questione o addirittura schierarsi, tout court, a favore o contro la “chiusura in Dad” della scuola.
Detto questo, la situazione sanitaria è obiettivamente peggiorata. Da tutti è attribuito alla scuola l’effetto moltiplicatore dei contagi. Sicuramente non saranno il distanziamento raccomandato, le mascherine a mutandina, l’assenza dei dispositivi di controllo dell’aria e il sovraffollamento delle aule a evitare il precipitare della situazione.
Per il Governo e quindi per P. Bianchi è un banco di prova di possibile convivenza con il virus, facendolo correre. La scommessa, però ha poco di ludico, connotandosi con aspetti di tragicità, in quanto sono coinvolti il personale scolastico, privi delle mascherine FFP2 e i bambini sostanzialmente ancora non protetti, in quanto solo il 12% ha effettuato la prima dose che scherma poco.
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