di Brunella Fiore, il Sussidiario, 29.1.2017
– Ocse-Pisa porta, con l’edizione 2015, la somministrazione delle prove per via informatica: una soluzione che si prepara ad essere attuata anche da Invalsi.
Cosa si dice di nuovo in OcsePisa 2015? OcsePisa, è bene ricordarlo, ha fatto da apripista al nostro attuale sistema di valutazione e quest’ultimo deve proprio a Pisa (Programme for International Student Assessment) buona parte della sua struttura e delle metodologie adottate. OcsePisa porta, con l’edizione 2015, la somministrazione delle prove per via informatica: questa volta non in via sperimentale come nelle precedenti edizioni, ma come modalità principale, dal momento che coinvolge 52 dei 72 paesi partecipanti. La via computerizzata alle prove è l’opzione che si prepara ad essere attuata anche da Invalsi e su questo sono in corso le sperimentazioni.
Pisa è anche la prima indagine che ha sollevato in modo scientificamente più rigoroso il problema della (modesta) collocazione dell’Italia tra i paesi partecipanti sulla competenza nella literacy di lettura, matematica e scienze dei quindicenni. Ancora, Pisa per prima ha sollevato la questione della differenza nei livelli di performance tra le macroaree del paese arrivando, in alcune edizioni precedenti, al dettaglio dell’informazione regionale.
Oggi Pisa ha un po’ esaurito la funzione di novità sui contenuti: in testa tra i paesi fortissimi ci sono sempre le tigri asiatiche Singapore, Tawan, Cina, Corea del Sud etc. e si conferma il sostanziale immobilismo dell’Italia con alcune oscillazioni in più o in meno tra le diverse edizioni. I dati Invalsi raccolgono questa eredità sull’Italia e la fanno propria con la possibilità di indagini di dettaglio e di approfondimento che ormai si rendono necessarie. All’OcsePisa rimane l’importante compito comparativo a livello internazionale e le conseguenti riflessioni sui sistemi di istruzione nazionale.
La via computerizzata alle prove non è l’unica novità metodologica del consorzio OcsePisa: l’altra grande novità è lo spinoff dell’OcsePisa ovvero il Pisa for Development. Questo spinoff nasce perché alcuni paesi a bassissimo reddito — Cambogia, Guatemala, Panama, Senegal, Equador, Honduras, Paraguay, Zambia — chiedono di entrare in Pisa. Perché tutta questa ansia di partecipazione? Perché questi paesi vedono l’arrivo di grandi aziende (ad esempio del tessile) attratte dall’opportunità di manovalanza a basso costo. Alle grandi aziende, i paesi a basso reddito devono comunque garantire un livello minimo di competenze dei propri lavoratori e il Pisa è il sistema che certifica le competenze a livello internazionale. C’è il rischio concreto che questi paesi barino nelle rilevazioni di Pisa pur di vedersi riconosciute le competenze di base: per questo motivo l’OcsePisa ha dovuto ripensare ad un sistema specifico per i paesi sopracitati.
Alcuni metodi e tecniche dell’OcsePisa non hanno però alcun senso per i paesi a bassissimo reddito. Ad esempio l’indice di status socioeconomico e culturale (Escs) in Ocse Pisa (e anche nel nostro Snv) è costruito su tre indicatori ricavati sulla famiglia di origine: livello di educazione e posizione professionale, indice dei beni di possesso. Nei paesi a bassissimo reddito è molto comune trovare quindicenni che lavorano e non vivono con i genitori: sono essi stessi genitori e, nelle ipotesi più rosee, portano con sé i figli a scuola. Altro che famiglia di origine.
Nel questionario per il dirigente scolastico dell’OcsePisa si chiedono molte informazioni sulle caratteristiche delle scuole: Pisa for Development rileverà se una scuola c’è in una data zona e se ha l’elettricità ad esempio. Ancora prima c’è il problema dell’anagrafe delle scuole e dei relativi studenti, che di fatto quasi mai esiste. Tra l’altro il problema dell’anagrafe delle scuole anche da noi non è del tutto superato dal momento che l’elenco delle sedi della IeFP di ciascuna regione italiana non è di facile accesso. Nei paesi a basso reddito ci sono però problemi più grossi e non di certo rimandabili solo all’inefficienza burocratica e amministrativa.
Come si raggiungono gli studenti quindicenni di questi paesi che frequentemente lavorano e non sono a scuola? OcsePisa sta mettendo in piedi un campionamento detto snowball (a palla di neve) dove i rilevatori Ocse andranno fisicamente nei villaggi per ricostruire la popolazione che più o meno dovrebbe avere quindici anni e, armati di tablet, faranno direttamente le domande agli interessati. Insomma, Pisa può avere parzialmente esaurito il suo compito esplorativo nei paesi Ocse e non Ocse a medio reddito, ma è all’avanguardia nei tentativi di fare di questo mondo un mondo veramente globale. Inoltre, parallelamente, Pisa for Development riflette e fa riflettere su come raggiungere i quindicenni: anche da noi c’è un problema di dispersione scolastica che, per quanto interessi percentuali minoritarie, non può essere ignorato.
.
Rilevazioni Pisa, ecco la nuova frontiera dopo i paesi Ocse ultima modifica: 2017-01-29T06:47:17+01:00 da