Passa alla Camera il contestato articolo sulle funzioni del preside. All’esame ora il piano assunzioni.
Alle critiche il ministro Giannini replica: “Nessun padrone ma dirigenti responsabili”.
Ok all’articolo del ddl sulla riforma della scuola che attribuisce ai presidi il potere di chiamata diretta dei docenti dei propri istituti. I voti a favore sono stati 214, i no 100 e gli astenuti 11. Domani il voto finale.
Rai News, 19.5.2015.
Roma 19 maggio 2015
Riprende in aula alla Camera l’esame del ddl Buona scuola. Attenzione puntata sul voto al piano straordinario di assunzioni dei precari. Sotto i riflettori anche le manifestazioni contro la riforma previste davanti a Montecitorio e in tutta Italia.
Via libera al “super-preside”
L’Aula della Camera, dopo un acceso dibattito, con 214 voti a favore, 100 contrari e 11 astenuti, in serata ha approvato l’articolo 9 del ddl La Buona scuola che attribuisce ai dirigenti scolastici il potere della “chiamata diretta” degli insegnanti dei propri istituti. “Non ci sarà nessun preside-padrone ma un dirigente responsabile e valutato”, ha assicurato il ministro Giannini, ma tanti tra quelli che anche ieri hanno protestato davanti a Montecitorio restano convinti che questa novità possa aprire la porta a nepotismo, scelte arbitrarie e persino corruzione.
L’articolo 9 del ddl
Il contestatissimo articolo, modificato rispetto al testo originario del Governo, attribuisce ai dirigenti scolastici il potere di conferire ai docenti della scuola l’incarico triennale, che è rinnovabile. La proposta di incarico per la copertura dei posti assegnati alla scuola è rivolta ai docenti di ruolo assegnati all’ambito territoriale di riferimento, dopo la candidature presentate dagli stessi docenti. Nel caso di più proposte di incarico, sarà il docente a dover optare.
Il nodo assunzioni
I lavori dell’Aula sono andati avanti fino a notte fonda. Al vaglio dei deputati, emendamenti e articolo 10 del testo, anche questo “cuore” della riforma, che prevede un piano straordinario di assunzioni a tempo indeterminato di nuovi docenti già da settembre. Articolo che poi l’Aula non ha votato perché sono stati accantonati alcuni emendamenti riguardanti gli insegnanti di educazione fisica. La Camera ha sospeso l’esame del provvedimento che riprende dunque in mattinata.
Via libera dall’aula di Montecitorio all’articolo 9 del ddl di riforma della scuola che definisce i poteri dei presidi e che è stato al centro di molte critiche da parte di sindacati, docenti e studenti. L’articolo è stato approvato con 214 voti a favore, 100 contrari e 11 astenuti. Il nuovo art. 9 del ddl, assai modificato rispetto al testo originario del governo, attribuisce ai dirigenti scolastici il potere di conferire ai docenti della scuola l’incarico triennale, che è rinnovabile. La proposta di incarico per la copertura dei posti assegnati alla scuola è rivolta ai docenti di ruolo assegnati all’ambito territoriale di riferimento, dopo la candidature presentate dagli stessi docenti. Nel caso di più proposte di incarico, è il docente a dover optare. L’articolo afferma che l’incarico al professore è affidato così da “valorizzare il curriculum, le esperienze e le competenze professionali”. Il preside può effettuare anche colloqui per poter scegliere i professori. Inoltre l’Ufficio scolastico regionale provvede alle assegnazioni dei docenti che non abbiano ricevuto o accettato proposte e, comunque, in caso di inerzia dei dirigenti scolastici. E’ anche possibile l’utilizzo di docenti in classi di concorso diverse da quelle per le quali è abilitato purché egli possegga titoli di studio validi per l’insegnamento della materia in questione e abbia seguito dei corsi disciplina da impartire, abbia seguito dei corsi di aggiornamento ed abbia “competenze professionali coerenti”.
Obbligo cv on line sul sito della scuola
Un emendamento del Pd approvato per favorire la trasparenza introduce l’obbligo di mettere on line sul sito della scuola il curriculum dei professori. Un altro emendamento di M5s stabilisce che non ci può essere parentela tra preside e professore della scuola. Il preside utilizzerà ancora i docenti dell’organico dell’autonomia per la copertura delle supplenze fino a 10 giorni. Inoltre egli può individuare nell’ambito dell’organico dell’autonomia fino al 10% di docenti (anziché fino a 3 docenti, come previsto dal ddl), che lo coadiuvano. Infine il preside può ridurre il numero di alunni e di studenti per classe rispetto a quanto previsto dalla riforma Gelmini, “allo scopo di migliorare la qualità didattica”.
Bocciato emendamento sui presidi della minoranza Pd
L’aula della Camera poco prima aveva, infatti, respinto l’emendamento della minoranza del Pd (a prima firma di Stefano Fassina) all’art. 9 del ddl sulla scuola, che abrogava il potere dei presidi di chiamata diretta dei docenti. Contro l’emendamento Fassina hanno votato in 276 e a favore 84. A sostegno dell’emendamento si sono dichiarati Sel e M5s, contro tutti i gruppi di maggioranza e Fi.
Approvato articolo 8
In precedenza, era stato approvato l’articolo 8 del ddl scuola, che riguarda la riforma dell’organico dell’autonomia per l’attuazione dei piani triennali dell’offerta formativa.
Fassina ha chiesto le dimissioni del ministro Giannini
Stefano Fassina ha chiesto, nel corso del suo intervento in Aula sugli emendamenti alla riforma della scuola, le dimissioni del ministro dell’Istruzione Giannini. Poco dopo la collega di partito Anna Ascani ha corretto la rotta confermando che il Pd sostiene il ministro. “E allora mi rivolgo a lei ministro Giannini: sarebbe utile che lei si assumesse fino in fondo la responsabilità delle sue parole e lasciasse il suo incarico per aiutare a ricostruire un clima positivo tra governo e mondo della scuola”, scandisce l’esponente della minoranza Dem che rinfaccia alla Giannini di aver definito “la maggioranza degli insegnanti ‘abulica’ e la minoranza ‘aggressiva’.
Giannini: parla di cose che non esistono
“Le sue sono opinioni personali, sono legittime. Lo invito a leggere più attentamente le interviste che cita e commenta, parla di cose che non esistono, ma d’altronde fa la sua battaglia politica”. Così il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, risponde all’invito a dimettersi di Stefano Fassina parlando con i giornalisti in Transatlantico.
La scorsa settimana approvati articoli dall’1 al 7
La scorsa settimana i deputati hanno approvato gli articoli dall’1 al 7, dopo che è stato accantonato l’articolo 6 perché manca il parere della commissione Bilancio su un emendamento della commissione.
Domani il voto finale
I lavori riprenderanno a ritmi serrati anche oggi, mentre domani è previsto il voto finale a Montecitorio. Successivamente, il provvedimento passerà al vaglio del Senato, dove non sono previste modifiche sostanziali, ma qualche aggiustamento è ancora possibile. I sindacati intanto hanno annunciato per oggi nuove agitazioni in piazza.