Beppe Grillo attacca il governo sul mancato rispetto delle promesse in tema di sicurezza delle scuole. “Recarsi in una scuola oggi è come lanciare una moneta: testa crolla, croce regge”, scrive il leader M5S sul blog. “Secondo il rapporto ‘Illuminiamo il futuro 2030′ di Save The Children in Italia il 45% delle scuole è priva di un certificato di agibilità e/o abitabilità, il 54% degli edifici non è in regola con la normativa anti-incendio e il 32% non rispetta le norme anti sismiche, configurando una condizione di pericolo dato che il 40% degli edifici si trova in zone a rischio sismico (la metà dei quali al Sud) e il 10% in aree a rischio idrogeologico”.
“Il 60% degli alunni di 15 anni frequenta scuole non adeguate a garantire la qualità dell’apprendimento”, continua Grillo nel post, che ha l’hashtag #ScuoleSicure. “Perfino respirare in classe è pericoloso: secondo l’Osservatorio Nazionale Amianto (Ona) sono almeno 2.400 le scuole italiane che registrano la presenza di amianto, tra il 1993 e il 2012 sono morti 63 addetti all’istruzione (soprattutto maestre elementari) a causa del tumore provocato dall’amianto”.
Segue l’attacco all’esecutivo: “Con il nuovo anno l’andazzo non cambia. La primaproroga per l’adeguamento antincendio negli edifici scolastici scadeva il 31 dicembre 2015, ma il governo ha pensato bene con il decreto Milleproroghe 2016 di prorogare di un ulteriore anno fino al 31 dicembre 2016“. “A forza di proroghe – è la conclusione – non ci si adegua mai, tanto la pelle la rischiano gli studenti. Bisogna aspettare che una scuola vada a fuoco e poi, forse, si farà qualcosa. Quest’anno oltre alla carta igienica ai vostri figli date anche un piccolo estintore, non si mai”.
Grillo ricorda poi quando Renzi promise: “Ogni settimana mi recherò nelle scuole per dare un segnale simbolico, che da lì riparte il Paese”: “Era il 24 febbraio 2014, quasi due anni fa, e il Bomba faceva una delle tante promesse mai mantenute. Si recò a Treviso due giorni dopo, fu contestato e costretto a fuggire da un’uscita secondaria per non incontrare i cittadini. Poi fu la volta di Siracusa, per rimediare alla figuraccia di Treviso fecero intonare ai bambini una canzoncina per il premier in un grottesco remake di propaganda fascista, ricordate? Anche lì venne contestato daiprecari e nelle scuole non lo si rivide più. Non si sa se solo per evitare ulteriori figuracce o per paura che una scuola gli crolli in testa, perché il Bomba sa che la situazione nelle scuole è drammatica”.