Classi pollaio, una lettera appassionata dal fronte

dal blog di Gianfranco Scialpi, 22.9.2019

 

– Classi pollaio, una lettera appassionata e sofferente che certifica il tramonto dell’educazione. Alcuni passaggi accompagnati da riflessioni di un docente (il sottoscritto) che vive sulla sua pelle l’obbrobrio pedagogico voluto dal duo Gelmini-Tremonti.

Classi pollaio, una lettera appassionata e sofferta

Classi pollaio, una lettera pubblicata sul portale tecnicadellascuola.it . Scritta da una docente con un format significativamente lontano da quello accademico. Appassionata e sofferente. Trasuda di esperienza d’aula, quell’ambiente diseducativo (Umberto Galimberti) frequentato da allievi e studenti che la sorte ha destinato  a una formazione spersonalizzante e di bassa qualità. La lettera certifica la distanza tra gli scenari pensati  (inclusione) nelle segrete e silenziose stanze del Miur e l’aula chiassosa  divenuta  contenitore privo di pedagogia e formazione.

Il titolo dell’articolo dice tutto

Ma leggiamo alcuni passaggi, accompagnati da qualche riflessione  frutto dell’esperienza personale sull’obbrobrio pedagogico, voluto dal duo Gelmini-Tremonti al fine di contenere la spesa pubblica.
Partiamo dal titolo ” Basta classi pollaio, non se ne può più
Esprime nella sua sinteticità il sentimento di estraneità e di insofferenza rispetto a una soluzione organizzativa voluta dal finanzcapitalismo (Luciano Gallino). Realtà totalmente altra , contrapposta  alla formazione dell’uomo e del cittadino (Costituzione italiana).

Riflessioni su alcuni passaggi

Si legge ” Io quest’anno ho una prima (scuola secondaria di primo grado) con 29 alunni di cui uno portatore di handicap, un DSA, vari BES, 17 stranieri di cui 1 NAI.”
Il passaggio certifica la complessità non colta dagli inesperti d’aula del giornalismo che si fermano a ragionare sui numeri (Fregonara, Riva, Stella…), dimenticando che in quello 0,84% ci sono persone. Furbescamente queste firme del giornalismo non esplicitano il riferimento (classi con più di 30 alunni) di quella percentuale (Fonte Tuttoscuola). Confermo che la complessità di una classe pollaio ( anche con 20-25) è data dalla presenza di BES, DSA…
Prosegue L. Fanfani “Ogni tanto bisognerebbe anche pensare agli alunni senza problemi e poter loro insegnare in modo che un domani possano avere un lavoro con uno stipendio degnoCon una scuola così anche i migliori sono invitati a fare il meno possibile.” Nella scuola italiana si parla tanto di alunni svantaggiati, diversamente abili. Giusto! Meno però delle eccellenze, degli alunni e studenti senza problemi. Anche per loro la scuola esiste. Spesso l’insegnante, per star dietro a chi stenta o comunque ha difficoltà, propone una didattica inadeguata per chi invece ha tutte le carte in regola per eccellere.
In questo  contesto organizzativo manca l’incontro, quello profondo che può favorire la manifestazione della persona. Parafrasando N. Chomsky (Dis-educazione, Piemme 2019) Nelle classi pollaio si parla a qualcuno e non con qualcuno. La differenza semantica esprime magistralmente il tramonto dell’educazione.

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Classi pollaio, una lettera appassionata dal fronte ultima modifica: 2019-09-23T04:52:16+02:00 da
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