Astolfo sulla luna, 24.10.2024.
Le novità sono una sottolineatura dei doveri e del contesto storico per quanto riguarda la Costituzione, lo spostamento dallo sviluppo sostenibile a quello economico tout court e la spinta verso l’intelligenza artificiale nell’area delle competenze digitali.
Tra i frutti dell’iperattivo ministro Valditara ci sono le nuove linee guida per l’educazione civica, sfornate a quattro anni dalle precedenti[1]. In estrema sintesi le novità – rispettivamente nelle tre aree in cui la “materia” è suddivisa – sono una sottolineatura dei doveri e del contesto storico per quanto riguarda la Costituzione, lo spostamento dallo sviluppo sostenibile a quello economico tout court e la spinta verso l’intelligenza artificiale nell’area delle competenze digitali.
Tralasciando le critiche di natura tecnica alle nuove linee guida, che pur ci sono e non sono nemmeno di poco conto, va in primo luogo sottolineato che – come in quasi tutti i precedenti – questi interventi di carattere normativo vengono effettuati a legislazione invariata. Nello specifico si continua a far riferimento alla legge 92 del 20 agosto 2019 a seguito della quale erano state emanate le prime linee guida che prevedevano una sperimentazione triennale alla fine della quale sarebbe stato restituito alle scuole un rapporto sui suoi risultati.
Al posto dei risultati ci sono arrivati questi nuovi “orientamenti”[2] a volte in contraddizione con la legge di cui sopra, che – per il principio della gerarchia delle fonti – dovrebbero quindi essere disapplicati ove in contrasto con la norma di grado superiore. Ora, se questo errore si può perdonare ad un docente universitario di diritto romano prestato da tanti anni alla politica[3], altrettanto non si può fare con i suoi consiglieri ministeriali.
Ma veniamo alla sostanza di questo nuovo decreto ministeriale piovuto sulle scuole all’avvio del nuovo anno scolastico.
Dal momento che, per quanto riguarda il contesto storico, le linee guida insistono sul concetto di patria, è un caso che poche settimane dopo l’avvio dell’anno scolastico, alla presentazione del libro “Perché l’Italia è di destra” di un noto giornalista e portavoce governativo, il presidente del Senato ha consigliato di adottarlo come libro di testo nelle scuole italiane? E, ammesso che il suddetto politico, spesso incline allo scherzo, anche in questo caso si sia lasciato andare ad una battuta, c’è da scommettere che sia arrivata a molte orecchie, disposte magari a prenderla sul serio.
Nulla da obiettare invece riguardo all’accento messo sui doveri, anche se avremmo da ridire sull’inserimento del criterio della condotta nell’ambito della valutazione del profitto agli scrutini finali e all’esame di maturità: da sempre nella scuola si cerca di tenere accuratamente separato l’aspetto del comportamento da quello dei risultati nello studio, confortati dalla normativa scolastica[4] che non è stata abrogata: non è escluso che agguerriti genitori impugnino valutazioni date ai loro bravi pargoli in base alle nuove regole.
Rimanendo ancora nell’ambito degli aspetti disciplinari, immagino che il divieto assoluto di utilizzo del cellulare fino alla terza media sarà di difficile applicazione, considerando la triste esperienza delle superiori, da quando l’infausta circolare del dicembre 2022 interveniva – anche qui senza modificare la normativa di rango superiore, risalente ad almeno 10 anni prima – sulla delicata questione, dimenticandosi di dare ai docenti gli strumenti operativi per far rispettare le nuove regole.
Concludendo, alcune brevi note sulle altre due aree[5], sviluppo e digitale.
Se si considerano i ritocchi alle precedenti linee guida in un ottica globale, va preso atto che il fenomeno dell’emergenza climatica e la conseguente necessità di transitare senza indugio a fonti di energia rinnovabili non sono in cima ai pensieri di chi ci governa: ciò è confermato dalla volontà di dare una spinta all’introduzione dell’Intelligenza Artificiale nelle scuole[6] sulla cui sperimentazione sarebbe necessario fare un ragionamento molto articolato, che per ragioni di spazio non si può fare qui.
Mi limito ad un paio di osservazioni; la prima: trovo abbastanza contraddittorio che da un lato si vieti l’uso del cellulare in classe, dall’altro si introducano costosi software di deep learning, con l’illusione che i docenti sappiano controllarne l’utilizzo da parte degli studenti[7]; la seconda: poiché questa nuova frontiera dell’informatica si è rivelata estremamente energivora[8], questa sperimentazione che nelle intenzioni del ministro dovrebbe dare un’immagine di avanguardia alla malandata scuola pubblica italiana, è invece perfettamente coerente con l’idea di una crescita economica a tutti i costi, separata dalla sostenibilità socio-ambientale.
[1] Decreto Ministeriale n. 35 del 22 giugno 2020 ;
[2]Gli specialisti parlano di soft law per indicare quelle dichiarazioni, carte e documentazioni varie che non hanno il carattere dell’obbligatorietà di cui è dotata la norma giuridica;
[3] Entrò in senato nelle file del disciolto AN nel lontano 2001, seguendo nel 2010 Gianfranco Fini in una formazione politica che ebbe breve vita per poi avvicinarsi alla Lega di Salvini nel 2018;
[4]Si veda ad esempio il terzo comma dell’art. 4 dello Statuto delle studentesse e degli studenti;
[5]Non utilizzo di proposito termini astrusi per “addetti ai lavori” come competenze, nuclei concettuali, abilità che peraltro vengono usati in modo inappropriato nelle nuove linee guida;
[6]Si veda nel sito MIM Intelligenza Artificiale, al via la sperimentazione nelle scuole – Intelligenza Artificiale, al via la sperimentazione nelle scuole – Miur
[7]Il sottoscritto da un annetto circa sperimenta con scarsi risultati metodologie varie (chatbot e consimili) per individuare l’utilizzo truffaldino dell’IA nelle verifiche scritte;
[8]È di questi giorni la notizia della riapertura di centrali nucleari oltreoceano per fornire energia ai centri di sviluppo dell’IA.
24 ottobre 2024
Astolfo sulla Luna
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E la chiamano educazione . . . ultima modifica: 2024-10-24T06:48:58+02:00 da