Il mito dell’inclusione nella scuola italiana

di Ernesto Galli della Loggia,  Il Corriere della sera, 13.1.2024.

Gilda Venezia

La scuola italiana è il regno della menzogna e finché resterà tale non potrà che peggiorare.
Sulla carta tutto è previsto, tutto funziona e alla fine tutti sono Promossi.
Ma come si legge nelle pagine chiare di questo libro di Giorgio Ragazzini (Una scuola esigente, ed Rubbettino), un insegnante tra i fondatori del benemerito “Gruppo di Firenze”, la realtà è ben diversa.
A cominciare, ad esempio, da quella che si cela dietro il mito dell’inclusione.
In ossequio al quale nelle aule italiane – caso unico al mondo – convivono regolarmente, accanto ai cosiddetti allievi normali, anche ragazzi disabili gravi con il loro insegnante personale di sostegno (perlopiù a digiuno di ogni nozione circa la loro disabilità), poi ragazzi con i BES (bisogni Educativi Speciali: dislessici, discografici, oggi cresciuti a vista d’occhio anche per insistenza delle famiglie) e dunque probabili titolari di un PDP, Piano Didattico Personalizzato e, infine, – sempre più numerosi – ragazzi stranieri incapaci di spiccicare una parola di italiano.

Il risultato lo conosciamo.

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Il mito dell’inclusione nella scuola italiana ultima modifica: 2024-01-13T17:59:29+01:00 da

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