La scuola è tornata poco interessante. I problemi, però restano

Gilda Venezia

dal blog di Gianfranco Scialpi,  16.10.2021.

Gilda Venezia

La scuola. Dopo l’apertura delle scuole il silenzio è calato. L’interesse per l’istituzione scolastica era strumentale. Resta il disagio denunciato da D. Novara, che però dimentica di citare le classi pollaio.

La scuola, il silenzio è calato

La scuola. Il silenzio è calato sull’istituzione. Pochi giornali ancora ne parlano. Il tutto è confinato alla difficoltà di nominare supplenti per via di un algoritmo sbagliato (“Il Corriere della Sera”, “Il Tempo”, “Il Messaggero”) oppure all’applicazione del modello-aereo sulle quarantene. Leggendo i quotidiani locali sono poche le tracce che riconducono alla scuola. L’attuale scenario conferma che la riapertura delle  scuole  era una un obiettivo strumentale per consentire  ai genitori di andare a lavorare. Non giriamoci intorno: la scuola è un baby-parking (mi auguro che non sia solo questo)! Questa è la verità!
L’effetto sull’opinione pubblica, che ha sempre avuto una lettura superficiale sulla scuola, è rassicurante: il sistema formativo è protetta contro il virus! Il Piano Bianchi risulta vincente! Contenuti i casi di positività e poche le classi in Dad.
Siamo di fronte all’ultima conferma di una comunicazione superficiale che evita di andare a scandagliare i fondali bui e spesso melmosi. E’ funzionale a un potere che ovviamente tende a presentare la realtà edulcorata!

L’affondo pedagogico di D. Novara

Ma solleviamo il tappeto, allargando il ragionamento. Un input significativo è dello psicopedagogista di D. Novara. Il ragionamento ha il merito di evidenziare le criticità di una scuola ritenuta sicura,  ma dannosa per i processi formativi. Il 7 ottobre è stato ascoltato dalla Commissione  Affari costituzionali del Senato. Ecco l’affondo “Oggi come oggi, la scuola ha ripreso esattamente nello stesso modo dello scorso fine anno scolastico. Non è cambiato nulla nonostante che gli insegnanti siano sottoposti al vincolo vaccinale, altrimenti vengono sospesi dall’insegnamento, esattamente come il personale scolastico… La salute non può essere confinabile a tutelare i bambini da un virus. Essendo i bambini soggetti in crescita, non sono soggetti adulti, ma soggetti in crescita, che quindi devono fare un percorso di vita per poter arrivare alla salute, appunto, per poterla conquistare, è necessario soppesare sempre tutto, mettere sulla bilancia tutto. Oggi questo non avviene, con grave discapito specialmente dei più piccoli. E’ urgentissimo allentare le restrizioni che gravano sulla scuola, alcune delle quali, in questo momento, con le conoscenze scientifiche che abbiamo, irrazionali!
Faccio un esempio. Lo zaino va portato avanti e indietro tutti i giorni casa-scuola, tutti i giorni, e voi sapete quanto pesa uno zaino! Le palestre praticamente non vengono utilizzate per l’attività fisica, che è importantissima! I colloqui con le famiglie si fanno ancora online! Gli arredi scolastici sono spariti, spariti! Cioè, sono classi spoglie, letteralmente! Il materiale non può essere ancora condiviso! L’intervallo viene fatto ancora con la mascherina, anche all’aperto, perché appena i bambini si avvicinano, e mi chiedo come nell’intervallo possano non avvicinarsi, devono mettere la mascherina […]. Il volto è la base della relazione. La scuola è relazione. Senza volto non c’è scuola! Ecco, questo dev’essere chiaro”.

Un’analisi teoricamente ineccepibile, ma il ben-essere dei bambini è minacciato dalle classi pollaio

Ineccepibile l’analisi  di D. Novara. Difficile non condividerla teoricamente. Calandola, però nella pratica quotidiana emergono diverse criticità. Nessuno può ipotizzare quello che potrà accadere fra venti-trenta giorni dopo l’arrivo dei primi freddi. Quindi condivido la prudenza del Cts e del governo che si è tradotta con il Piano scuola 2021-22, che ritengo comunque un arretramento rispetto alle soluzioni dello scorso anno.
Nel ragionamento del Dottor Novara è assente la riflessione sulle classi pollaio. Sorprende la mancata citazione sul sovraffollamento delle aule. Il mostro pedagogico ha ripreso a far danni, grazie alla decisione del governo di non confermare la suddivisione delle classi. Siamo tornati alla normalità pre-Covid con la standardizzazione delle attività educative a danno di ogni personalizzazione, la contrazione del tempo per la comunicazione articolata…
I massmedia non riescono a cogliere queste sfumature per via del loro approccio sensazionalistico e superficiale ai problemi.  Da qui il loro silenzio sulla iattura pedagogica, favorito anche da un approccio solo tecnico del Ministro Bianchi. Si rimane perplessi sul silenzio di D. Novara sempre molto vicino ai problemi pedagogici dei ragazzi.

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