di Corrado Zunino, la Repubblica, 27.1.2021.
CoorDown e gli insegnanti del Misos critici verso il Pei presentato il 13 gennaio: “Meno risorse sul sostegno e uno stop all’inclusione”. La ministra: “Abbiamo ascoltato tutti”. I dubbi di Anffas e First.
ROMA – “Non è vero che la ministra Azzolina ci ha ascoltato, questo Piano educativo dell’alunno con disabilità va fermato”. Riscritto.
Il CoorDown raduna le associazioni nazionali delle persone con sindrome di down e boccia il nuovo Pei, che dal 13 gennaio è stato diffuso dal ministero dell’Istruzione negli istituti scolastici e la cui applicazione è prevista dal prossimo settembre, come abbiamo scritto sulla newsletter “Dietro la lavagna”. CoorDown è preoccupato per l’entrata in vigore del decreto interministeriale numero 182 e scrive: “Avevamo già espresso dissenso, avevamo scritto alle massime cariche dello Stato e proposto modifiche. Il ministero dell’Istruzione, che vanta di aver steso il documento in collaborazione con il mondo della scuola e le associazioni, in verità è andato avanti senza ascoltarci”. Coordown, 53 realtà in 15 regioni, “non si sente rappresentato dalle associazioni presenti agli incontri” e sottolinea come che i contributi offerti dalla consulta delle associazioni “non sono stati presi in considerazione”.
“Perché l’esonero da alcune materie?”
Antonella Falugiani, che guida l’organizzazione, dichiara: “Nella riforma del Pei ci sono i segnali di un’impostazione culturale che indica un’inversione di rotta nel processo di inclusione, fiore all’occhiello da sempre del nostro Paese. Parliamo del concetto di esonero da materie di studio, non si capisce che cosa farà l’alunno quando non seguirà la lezione in classe. Questa era una cattiva prassi duramente combattuta negli anni e che ora assume piena legittimità, una prassi pericolosa che va a cozzare con uno dei fondamenti dell’inclusione per cui in qualsiasi disciplina, per quanto complessa possa essere, c’è comunque la possibilità di semplificare e facilitare i contenuti in modo da renderli fruibili per tutti gli alunni, nessuno escluso”. Un altro punto critico, e criticato, è quello sulla nuova composizione del Gruppo di lavoro operativo per l’inclusione, con i dirigenti scolastici e i docenti “membri” mentre genitori ed esperti sanitari restano solo “partecipanti”. Ancora, si contesta il meccanismo di assegnazione del sostegno con l’introduzione del “debito di funzionamento”: il nuovo automatismo parte dal presupposto che ci sia uno standard di normalità a cui gli alunni devono rispondere e in base a questo presupposto viene stabilita l’entità del debito. “L’estrema standardizzazione perde di vista la persona e si concentra su quello che manca. È indubbiamente un passo indietro sul piano culturale, dove la diversità cessa di essere una risorsa e diventa un gap da colmare”. Infine, si sottolinea come un errore la formalizzazione di ore di lezione svolte fuori dalla classe per l’alunno con disabilità.
Il Coordown non boccia il nuovo Pei in toto: “Non ci sfuggono gli aspetti positivi, come la corresponsabilità educativa, l’impostazione su una prospettiva bio-psico-sociale, la partecipazione attiva dell’alunno con disabilità nei processi decisionali che lo riguardano nel rispetto del principio di autodeterminazione e, ancora, il legame con il Progetto individuale e la prospettiva più ampia con cui si guarda alla vita dell’alunno”. L’associazione ritiene, tuttavia, che diversi passaggi “mettano a repentaglio anni di progressi nell’inclusione scolastica e rischino di vanificare gli sforzi fatti per garantire pieni diritti per tutti”. Chiude la presidente Falugiani: “Non escludiamo nessuno strumento di protesta. Interrogazioni parlamentari, azioni congiunte con altre associazioni, raccolte firme. La nostra è la voce delle famiglie”.
Ernesto Ciracì, esperto in inclusione scolastica e presidente del MiSoS, l’associazione nazionale dei docenti specializzati sul sostegno, spiega: “L’aspetto più preoccupante è il cambiamento dell’assegnazione e della quantificazione delle ore di sostegno che si sostituisce al procedimento attuale imperniato sulla gravità della condizione di disabilità. Temiamo un altro taglio delle ore dedicate, nuove strette di bilancio. Servono più risorse, non meno. Oggi siamo di fronte a migliaia di ricorsi da parte dei genitori di alunni che hanno meno ore di sostegno di quelle necessarie. Tutto questo fa nascere il fenomeno delle cattedre in deroga, quest’anno oltre quota 70mila, che rappresentano l’antitesi alla continuità didattica e al diritto allo studio per gli studenti disabili. Con la nuova impostazione, che non assegna più le ore in base alla certificazione clinica, vengono sottratti 5.000 posti sul sostegno e altrettanti docenti. La relazione tecnica alla Legge di bilancio lo dice chiaramente. Nelle classi pollaio sono gli alunni con bisogni educativi speciali le prime vittime”.
Settantamila cattedre in deroga
Al nuovo Piano educativo ancora mancano le linee guida del ministero della Sanità. Dice Ciraci: “Quest’anno le ultime nomine sul sostegno sono avvenute a inizio dicembre. Alla luce di questa situazione sarebbe stato il caso di proporre la riforma del Pei a livello sperimentale. Nel testo non si trova nulla sulla formazione, ci chiediamo come i supplenti non specializzati possano accedere al Piano da un giorno all’altro. Le settantamila cattedre in deroga, comunque, vanno trasformate in cattedra a tempo indeterminato”.
Sulla riduzione delle risorse è intervenuta anche l’Anfass. “L’impianto del nuovo Pei ha un suo senso, si basa sulla Convenzione Onu e sui giusti sostegni”, ha detto l’avvocato Gianfranco de Robertis, componente per l’Osservatorio permanente per l’inclusione scolastica, “se poi all’ultima pagina non ci sono i giusti sostegni ma ancora gli automatismi, allora cade un po’ tutto”. Anche l’associazione First, più vicina all’impianto della riforma, resta scettica sull’esonero dalle materie.
Le critiche di Coordown e Misos negano l’impostazione che il ministero aveva rivendicato al momento della presentazione: “Il Pei ruota attorno al rafforzamento del principio della presa in carico dell’alunno da parte di tutta la comunità scolastica”, era l’introduzione della riforma. La ministra Lucia Azzolina aveva parlato di un piano previsto da una norma del 2017 rimasta a lungo in lavorazione “e che ho preso in carico appena mi sono insediata”. Un anno fa. Ancora, ricorda la ministra che in Legge di bilancio ci sono fondi per l’assunzione di 25 mila docenti di sostegno.
All’indirizzo www.istruzione.it/inclusione-e-nuovo-pei/ si trova una pagina dedicata all’argomento con le domande ricorrenti (Faq) per il personale della scuola e le famiglie.
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Scuola, associazioni e docenti: “Fermate il nuovo Piano sulla disabilità” ultima modifica: 2021-01-27T17:29:17+01:00 da