dal blog di Gianfranco Scialpi, 19.6.2021.
Classi pollaio, una lunga dichiarazione del Ministro chiarisce il suo pensiero. Ricorda quello di M. Bussetti. Il Ministro, però dimentica quello che può fare.
Classi pollaio, il tema è uscito dai radar dei massmedia
Classi pollaio, il tema resta attuale, ma confinato agli addetti ai lavori. I massmedia hanno improvvisamente dimenticato di parlare di scuola, evidenziando il carattere strumentale di tutti i discorsi che hanno caratterizzato i mesi scorsi. In altri termini si parlava della scuola semplicemente perché occorreva tranquillizzare i genitori-lavoratori. Ora che i temi, come le classi pollaio, possono essere trattati al netto di tutte le strumentalità extra-pedagogiche, il silenzio cala inesorabilmente.
Era inevitabile! In un paese dove la scuola ha sempre occupato una centralità mediatica solo per narrare il rituale dell’inizio e fine anno scolastico o fatti cronaca di violenze, non poteva essere diversamente.
Il Ministro ne parla. La sua dichiarazione ha molte criticità
In questo periodo il Ministro e pochi altri parlano della iattura organzzativa voluta dal duo Gelmini/Tremonti (2009) con il fine di far cassa. Ha dichiarato a un videoforum organizzato da Repubblica.it “Dobbiamo ripensare il modello classe che va superato, ci sono già tante sperimentazioni. I gruppi classe devono essere riconsiderati. Abbiamo problemi di numerosità soprattutto alle scuole superiori nelle grandi città. È un problema di dimensionamento degli istituti che va ripensato. In molte altre parti del Paese facciamo fatica a fare le prime. Bisogna pensare una scuola vicina alle persone, nuovamente nelle mani delle proprie comunità. C’è oggi una idea di scuola novecentesca: tutti in classe per età, tutti allineati, ma questo concetto fa parte della scuola vecchia”
Purtroppo la lunga dichiarazione presenta diverse criticità. Innanzitutto Il Ministro si smarca dall’impegno di abrogare con provvedimento di iniziativa governativa le classi pollaio. Mi riferisco alla legge 133/e al suo “derivato” D.P.R. 81/09. L’impedimento è noto. L’abolizione costa troppo (cinque miliardi di € a regime).
Ecco spiegata la strategia di scaricare l’onere di riconsiderare l’unità classe sulle scuole. In questo caso Il Ministro P. Bianchi usa impropriamente il “noi”. Non si addentra però sulle modalità, rinviando a molte sperimentazioni, omettendo di delinearle anche nelle loro implicanze sull’organico
Il Ministro Bianchi ricorda M. Bussetti (Ministro del governo Conte 1), quando dichiarò che il fenomeno delle classi era legato alle decisioni sbagliate delle singole scuole.
Patrizio Bianchi limita il fenomeno delle classi pollaio alle scuole superiori nelle grandi città, dimenticando che il fenomeno riguarda anche gli ordini di studio precedenti.
Concludendo, Il Ministro scarica sulle scuole con il risultato che esse potranno fare poco e quindi le classi pollaio rimarranno per il futuro.
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Classi pollaio, il problema deve essere risolto dalle scuole (P. Bianchi) ultima modifica: 2021-06-19T14:07:09+02:00 da