dal blog di Gianfranco Scialpi, 18.5.2021.
Classi pollaio, in prospettiva ci sarà un decremento degli studenti. Non è però la soluzione. Siamo in balia di una tendenza. Occorre intervenire e non attendere.
Classi pollaio. L’abolizione affidata alla “prospettiva”
Classi pollaio. In questi tempi di emergenza sanitaria questa iattura pedagogica, sta mostrando la sua criticità. Non mi riferisco alla sua debolezza pedagogica (tema per gli addetti ai lavori), quanto alla sua sostenibilità in tempi di pandemia. Occorre entrare nell’ordine delle idee che siamo dentro la società del rischio (U. Beck)! Questa consapevolezza è divenuta diffusa da portare molti a chiedersi: “Quando ci sarà la prossima pandemia?” Domanda non peregrina, dettata semmai dall’ultima emergenza. Del resto ha un fondamento oggettivo: dall’inizio del nuovo millennio abbiamo avuto tre crisi: terroristica (2001), finanziaria 2008) e sanitaria (2020), ognuna delle quali ha portato o condurrà a una nuova normalità
Presentato sinteticamente lo scenario, sta avanzando l’idea di legare l’abolizione delle classi pollaio all’andamento demografico scolastico. Il PNRR, pur presentando il problema, non indica la soluzione. L’attuale Ministro Bianchi e Lucia Azzolina sostengono la posizione di attendere il calo demografico per superare il fenomeno del sovraffollamento delle classi.
Il Sole 24 Ore” sembra sponsorizzare la soluzione
Ieri si è aggiunto anche il Sole 24 Ore. Si legge: “Da qui al 2036 infatti – è scritto nel Pnrr messo a punto dal governo – in classe avremo 1,1 milioni di studenti in meno. Le superiori, in 15 anni, perderanno poco più di 500mila alunni, circa 320mila ragazzi in meno li avremo alle medie -310mila alla primaria, -19.277 all’infanzia.Tutto ciò, sempre secondo il documento redatto dal governo, comporterà un minor fabbisogno di quasi 64mila insegnanti, di cui praticamente la metà alle superiori.” Come sfruttare questo tesoretto? La soluzione prosegue, il quotidiano economico della Confindustria è “abbattere il numero di alunni per classe. Un’esigenza, quest’ultima, dettata ora anche dall’emergenza sanitaria e dal rispetto delle regole sul distanziamento. Ma che – visto il trend in forte calo degli alunni – sarà avvertita molto meno nei prossimi anni. Una circostanza che andrebbe forse tenuta a mente quando si programmano migliaia e migliaia di ingressi ordinari per esigenze straordinarie“.
L’ipotesi e molto spostata in avanti
Ovviamente la soluzione piace, perché ha costi contenuti. Occorrebbe solo confermare il personale considerato in esubero, secondo i criteri stabiliti dal D.P.R.81/09. L’alternativa è aumentare il personale. Non credo che questa soluzione trovi il gradimento del Governo. Per inciso occorre ricordare che si riuscì (2009) ad alzare di un punto in percentuale il rapporto docente/alunni non confermando 87.000 unità (personale scuola).
Ora la debolezza dell’ipotesi del rinvio sponsorizzata dal Governo e dal quotidiano economico, risiede nella fiducia di poter elaborare scenari futuri. Eppure la pandemia ci ha insegnato che non possiamo ipotecare alcun “dopo”. La realtà “resiste” alle nostre congetture. Quindi affidare al futuro l’ipotesi di superamento delle classi pollaio, significa presumere di controllare la storia. Nei prossimi quindici anni possono presentarsi nuove pandemie, crisi finanziarie e altro ancora che possono costringere ad aggiornare gli scenari. Se questi dovessero spostarsi in avanti , il problema è relativamente semplice. Altra situazione se questi dovessero imporsi urgentemente nel breve. In questo caso saremmo impreparati.
Concludendo occorre che l’abolizione delle classi pollaio sia percepita come il risultato dell’azione umana. In altre parole, occorre individuare le risorse, elaborare un piano e intervenire in tempi rapidi.
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Classi pollaio, se attendiamo il decremento degli studenti… ultima modifica: 2021-05-19T05:28:09+02:00 da