di Fabrizio Reberschegg, Associazione Docenti Articolo 33, 14.12.2019
– In Italia ci sono due scadenze statistiche che fanno gridare allo scandalo i media e i giornali ogni anno: una è relativa ai dati dell’evasione fiscale e delle dichiarazioni dei redditi degli italiani, l’altra è relativa ai risultati dei mitici test OCSE-PISA. In tutte e due i casi ci si straccia le vesti e si punta il dito sull’inefficienza delle varie classi di governo.
Nel caso dei risultati OCSE-PISA la cosa assume connotati ridicoli. Nessuno ha il coraggio di dire che le riforme degli ultimi 30 anni hanno decostruito e distrutto la scuola italiana inseguendo le mode dei tanti presuntuosi scienziati della didattica e della pedagogia.
Lasciando perdere l’analisi contraddittoria dei dati e delle percentuali di ignoranza esplicitati è evidente che non possiamo più continuare a delegare ad un ceto di cattedratici che non hanno mai messo piede in una classe ad insegnare umilmente alle ragazze e ai ragazzi le basi di una conoscenza necessaria, base di tutte le “competenze”, la filosofia e le scelte di fondo delle politiche scolastiche cui si adeguano i vari politici alla ricerca di una facile consenso.
E’ come continuare ad andare da un medico che sbaglia diagnosi e terapia sapendo di stare sempre peggio.
Si può cambiare, se si vuole.
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